Varie
SINOSSI
Paul Brenner, sergente con il ruolo di detective militare, si trova nella base di Savannah per indagare su alcuni traffici d’armi, quando si verifica un violento episodio. Il capitano Elisabeth Campbell viene trovato ucciso: la posizione del corpo fa pensare ad uno stupro, ma le successive analisi indicano che si è trattato di un brutale omicidio. Elisabeth è figlia del generale Campbell, che sta per congedarsi quale comandante della base. Le indagini vengono affidate a Brenner, cui è affiancata la psicologa Sarah Sunhill. Il lavoro si presenta subito difficile: il generale fa capire a Brenner che gli interessi dell’esercito vengono prima di tutto. Il detective però va avanti. A casa di Elisabeth trova materiale pornografico; intuisce che il colonnello Moore, amico della ragazza, sa qualcosa, lo arresta, non può evitare che venga rilasciato e che, poco dopo, si suicidi. Scavando poi nel passato di Elisabeth, Brenner viene a conoscenza del terribile episodio accadutole durante il periodo dell’Accademia a West Point: un intero gruppo di soldati aveva abusato di lei. La verità comincia a delinearsi. Il padre aveva ordinato alla figlia di comportarsi come se nulla fosse accaduto, e lei, pur accettando, aveva maturato l’intento di vendicarsi. La posizione assunta nella sera fatale doveva essere una provocazione per il padre, ma poi il colonnello Kent aveva approfittato della situazione per eliminare la ragazza, di cui era innamorato e che lo aveva respinto. Cercando di far fuori Brenner, Kent si suicida. Brenner ora ha tutti gli elementi per dire al generale Campbell che lo porterà in tribunale per aver occultato la vicenda dello stupro della figlia. (Cinematografo.it)
CRITICA
“Il giovane regista Simon West, specializzato in storie ad alto tasso distruttivo (‘Con Air’) pilota un film secco e per niente ‘esplosivo’, nel quale l’incalzare dei fatti e delle menzogne trova una nitida impaginazione. Siamo in piena convenzione hollywoodiana, ma gli interpreti sono ben scelti e le due ore passano senza mai guardare l’orologio”. (Michele Anselmi, ‘L’Unità, 18 dicembre 1999)
Condividi