Come ha descritto e motivato Paolo Mereghetti nella sua recensione sul Corriere, quest’opera può definirsi tutto fuorchè un film. E’ un susseguirsi di gag, di siparietti, di cabaret, di brevi esibizioni, ecc. Se dovessimo spiegare come può un’opera siffatta arrivare al vertice degli incassi nel weekend della sua prima uscita nei cinema, dovremmo riconoscere che oggi molta gente va al cinema non per vedere un film ma per continuare a “divertirsi” nel modo in cui molti spettacoli e televisione l’hanno abituata. Qui nemmeno le due idee principali del film, la sorpresa del bebè e il travestimento della segretaria Maria, riescono a comunicarci qualcosa. Biagio Izzo, ormai specializzato in travestimenti, è bravissimo nella parte di Maria (vedi la scena in cui richiama Marilyn Monroe), ma anch’esso alla fine cade su battute omofobe e volgari. Per non parlare delle stereotipate macchiette gay di alcuni inservienti, che per fortuna ormai non fanno più ridere nessuno.
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stupido
mi ha fatto sbelicare dalle risate