La regista Neasa Ní Chianáin segue il suo idolo, un celebre poeta gay irlandese in uno dei suoi viaggi annuali in Nepal, un paese che lui definisce la sua “patria spirituale”. A Kathmandu lo aspetta il suo “figlio adottivo spirituale”. Si scopre così che il poeta ha molti giovani amici in quella città, dove è ben noto come benefattore: paga per libri di scuola, biciclette e persino case. Davanti alla videocamera i nepalesi parlano favorevolmente di questo strano ma generoso occidentale. Ma non tutto è come appare e ben presto, prima il portiere di un hotel poi gli stessi ragazzi nepalesi si fanno avanti per raccontare una storia diversa. Incapace di credere alle insinuazioni contro il poeta che venera, la regista è obbligata a confrontarsi con lui direttamente. (Togay 2008)
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