Per alcuni è come un “Natale gay a primavera”, per altri è il “Giochi senzafrontiere della musica”, per qualcuno semplicemente “il programma televisivo non sportivo più visto al mondo” (122 milioni di spettatori nel 2009), per tutti è l’Eurovision Song Contest, un evento trasmesso in circa 60 paesi dal Canada all’Australia e che ogni anno vede la partecipazione di circa 40 nazioni europee. In due ore di montaggio verranno ripercorse, con rigoroso occhio queer, tutte le esibizioni più belle, curiose e colorate di 50 anni di musica continentale. Dal lontano 1959 con le gemelle Kessler in gara per la Germania sino all’interval act del 2009 con le “lesbiche” t.A.T.u. che cantano accompagnate dal Coro dell’Armata Rossa, passando per la vittoria della Svezia nel 1974 con Waterloo degli allora sconosciuti ABBA, a quella della (quasi) esordiente Céline Dion per la Svizzera nel 1988, al trionfo di Israele nel 1999 con il trans Dana International e la canzone Diva, sino alle drag queen che nel 2002 e nel 2007 hanno solcato il palcoscenico più ambito al mondo. Nel finale un episodio della serie della BBC “Beautiful People” con Dana International. (Togay 2010)
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