Già dal titolo originale, La vita di Gesù, capiamo che abbiamo davanti un film molto impegnato socialmente e anche moralmente, lontano però mille miglia da qualsiasi intenzione didascalica. E’ l’opera prima di Dumont, talmente bella che in tutti i festival dove ha partecipato ha fatto man bassa di premi. Notevole lo stile del film, la rappresentazione dei personaggi (giovani senza lavoro in un paesino della provincia francese), l’accumularsi della tensione verso la tragedia finale. Tragedia che esprime la normalità del razzismo e dell’insofferenza verso il diverso, che però può andare d’accordo con la pietà dimostrata, in una delle scene più toccanti, verso un malato terminale di aids. Molto hard le scene di sesso esplicito (primissimo piano di una penetrazione), che sono state per questo girate da controfigure.
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Miseria, violenza, sesso senza sentimento. Il tutto mescolato e mostrato in modo crudo.
Non è il mio genere.
La vita fa veramente così schifo??
Film pieno di vite disperate in una squallida provincia francese.
Il film mi ha lasciato solo ansia e tristezza.
Se questo era tra gli scopi del regista, si può dire che ha centrato in pieno il bersaglio.