Il mondo omosessuale gridò allo scandalo (più intimamente che esternamente) quando questo film di Samperi, tanto atteso, arrivò nelle sale. Il motivo non era la mediocre qualità del film ma il tradimento delle pagine letterarie da cui era stato tratto. Così mentre Saba nel 1953 raccontava con garbo e finezza psicologica la scabrosa (e definitiva) iniziazione omosessuale di un diciottenne praticante di commercio, Ernesto, che passa dalle ruvide carezze di un facchino di porto alle languide occhiate di un giovanetto della buona borghesia triestina, Samperi prolunga con fantasia personale il soggetto e fa oscillare la ‘deviazione’ di Ernesto tra stabilizzata assuefazione e momentaneo sbandamento, insinuandogli un desiderio di normalità che lo conduce infine a fidanzarsi con la gemella dell’efebico amichetto. Da notare nel film la prima apparizione di Miche Placido (nella parte del facchino omosessuale).
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palloso sino all’inverosimile! non c’è niente che salverei in questo film nemmeno le interpretazioni, lasciate perdere!
molto bella l’interpretazione di michele placido