Una simpatica e intelligente commedia sul passaggio dall’adolescenza alla maturità. Il protagonista del film è un giovane ragazzo che vive in una piccola città e che ha ormai capito il motivo per cui non riesce ad adattarsi al suo ambiente: è gay! L’adolescenza è un duro banco di prova per le persone come lui, soprattutto quando si mettono a riflettere. In pratica si sente un paria, il continuo bersaglio degli scherzi al liceo, come sempre accade a quelli che vengono individuati come finocchi. Il motivo infatti è proprio questo, e lui finalmente lo ha compreso, quello di essere uno “stereotipo gay”. Quando comunica questa sua scoperta al padre omofobico e amante di Nixon, capisce che l’unica sua salvezza è andarsene prima di venire sbattuto fuori di casa. Arriva finalmente alla NYU (grande università privata di New York) dove il nostro eroe trova un nuovo mondo, con favolosi bar e stupendi uomini che lo ricevono a braccia aperte… Il film ha vinto il premio del pubblico (ma non solo) in quasi tutti i festival dove è stato presentato nel 2004.
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Commedia tragica, e per questo motivo triste.
Riflettente come suppostamente altre, delle comuni e tanti difficolta’ nel processo di coming out e crescita dell’individuo.
Cio’ non toglie che e’ sempre una commedia, e vi e’ molto da ridere – facilitato il tutto dalla leggerezza e dalla forte stereopizzazione dei personaggi.
Simpatico come film, ‘divertente’. Ma bisogna capire le complessita della cultura Anglosassone Statiunitense – altrimenti si rischia di essere delusi.
Non ho trovato questo film particolarmente interessante.
La storia è un classico coming-out adolescenziale + passaggio all’età adulta, molto incentrato sulle relazioni con la famiglia e specialmente col padre, che risulta essere alla fine quasi il vero protagonista della pellicola. Il racconto però risulta spezzettato e non rende benissimo il passaggio del tempo, e l’impressione generale è di qualcosa un po’ artificiale.
Gli attori sono accettabili ma le prove migliori si ritrovano nei comprimari (la madre, il fratello), il protagonista non mi è piaciuto (oltre ad essere assai poco credibile come 13-15enne). Tra parentesi, è difficile simpatizzare con le sue disavventure visto che risulta involontariamente antipatico (si relaziona male un po’ con tutti, dal fratello che pur cerca di comprenderlo, al migliore amico, all’ex ragazzo).
5.5/10.
Carino. Peccato per il pessimo doppiaggio
Il film vale più di quanto potrebbe sembrare: i dialoghi sono assolutamente brillanti!
Mah…ad essere carino è carino, mi ricorda “That’s 70’s Show”, però non è che ti colpisca più di tanto! Lui è di uno sfigato allucinante..e poi c’è sempre la storia dei conflitti familiari trita e ritrita. Anche se poi mi chiedo in effetti quali possano essere le novità ormai, visto che hanno messo su pellicola praticamente tutto!