…Un oggetto erotico di quarto tipo, insomma. Confermiamo e invogliamo. Certo, le immagini gay (omosessuale) e lesbiche, o a tonalità queer (frocia), spingono sempre molto bene sul tasto dei corpi da tastare. Lo spettatore che ci capita dentro è come messo nella tenda orgonica di Reich, la sex machine, a scegliere il trattamento “duro”, “morbido” o “medio”. Ma Gregg Araki, losangelino del Giappone, un guerrigliero nell’immaginario smorto e addomesticato (prove? i primi Araki “The living end” e “Totally faked up”) ha quella leggerezza e umorismo in più che gli deriva dall’amicizia con Linklater, e da un debole per la “smessa” in scena underground… (R. Silvestri – Il Manifesto)
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Uno splatter movie che sembra sbarcare direttamente dai plastificati anni 80, che è meglio dimenticare perché di sostanza c’è davvero poco … non gli darei nemmeno i 66centesimi!
vale 6 dollari e 66 cents.
Forse dovrei inserire un doppio commento. Quando vidi il film la prima volta ero alle superiori. Noleggiai la cassetta con un bel divieto ai 18 stampato sopra. Sarà stato quello a farmelo apprezzare tanto da farne una copia. Lo rividi pochi giorni dopo con alcuni compagni di classe, e anche loro ne furono entusiasti. Rivedendolo tanti anni dopo, però, la colonna sonora martellante, l’atmosfera allucinata, le grottesche scene di sesso e violenza non mi hanno fatto molta impressione. Forse con l’età che avanza si apprezzano cose diverse. Rimarrà comunque nella mia mente come il primo film dove ho visto un uomo leccare lo sperma dalla propria mano dopo essersi masturbato. Eccitante. Nemmeno i miei compagni di classe sembrarono disgustati dalla scena…
Un’immensa cagata… un’ora e mezza che non riavrò mai indietro!!
semplicemente superbo. il cinema nella sua essenza espressiva postmoderna.