Già dalla splendida sigla di apertura il regista ci dichiara la sua passione sia per la lotta di classe che per i ragazzi. Il messaggio politico che possiamo ricavare dal film è forse la triste constatazione che, se è vero che la destra è da sempre nemica giurata dei gay, anche la sinistra, almeno fino al recente passato, non ha incoraggiato i tanti gay che pure militano nelle sue file ad esprimersi liberamente. Per il resto El Deputado ha molti tratti in comune con altri bei film di argomento gay di De La Iglesia (come Los placeres ocultos e Los novios búlgaros) Abbiamo sempre un borghese sulla quarantina (il regista stesso?) omosessuale non dichiarato e più o meno non accettato, che perde la testa per un ragazzo giovanissimo proletario, eterosessuale e spesso prostituto.
Col ragazzo il protagonista si illude di mettere in piedi una specie di famiglia, eventualmente assieme ad una donna (fidanzata di uno dei due) dove lui farebbe il padre/amante.
Ciò che fa dei protagonisti dei film di De La Iglesia dei perdenti è sempre il fatto di non essere dichiarati e quindi ricattabili. (R.M.)
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