Les derniers jours du monde (avvisate le anime belle, c’è rischio shock) non è uno dei tanti film catastrofici americani: i registi fratelli Jean-Marie e Arnaud Lerrieu (nati a Lourdes, non a caso, ma niente miracolo) ci portano in giro con folle ingorgate tra Francia e Spagna, mentre il mondo tira le cuoia per un misterioso virus. Ma niente fantasy, il budget è limitato, l’ambizione francese: si tratta di capire se l’ipersessualità potrà salvarci. L’eroe dell’Odissea è un Robinson di mezza età che infatti inizia a tradir la moglie a Biarritz con un quasi ermafrodito filiforme anoressico, poi arriva in Spagna tallonato da una signora abbandonata che gli si appiccica addosso non metaforicamente. Ovunque la gente si spaventa, c’è codice rosso: tenta di salvarsi abbandonando i freni inibitori, ovunque desideri appagati. Infine liberi tutti! Il miglior amico del nostro Crusoè (ma non sarà il Venerdì) gli confessa di essere da sempre innamorato pazzo di lui, ma lo sbatte a letto con troppa violenza e quando si denuda parte in platea (e dal volto terrorizzato del nostro), un ooh! di meraviglia e spavento. (Maurizio Porro, Corriere della Sera)
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