Il film, adattamento dell’omonimo romanzo canadese di Timothy Findley, ha vinto il Premio Jean Vigo 2006. Un film nero, pervaso da un’atmosfera oppressiva ma altamente poetico che ci racconta la disgregazione di una famiglia contadina che vive in un’isolata fattoria della campagna francese. Una madre con crisi depressive e isteriche che vive reclusa in camera da letto, un padre inetto succube della nonna autoritaria che vuol fargli vendere la fattoria, un fratello travolto da una disperata passione omosessuale che annega il dolore nell’alcool (il bellissimo Pascal Cervo che abbiamo già ammirato nel film “A toute vitesse”), e infine, Martin, il protagonista, un bambinetto di 11 anni che assiste impotente allo sfacelo della famiglia, con il solo sostegno affettivo di un’anziana domestica marocchina e del suo gatto. Sarà, purtroppo, il suicidio del fratello (ancora un omosessuale suicida!), a scatenare una catarsi finale che dovrebbe, nelle intenzioni del ragazzino, riportare le cose alla normalità.
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Condividi