Un uomo, Davis (un sempre convincente Jake Gyllenhaal) che dalla vita sembra avere avuto tutto, moglie amabile e carina, casa super moderna e lussuosa, un lavoro molto remunerativo che richiede poca fatica (solo quella di comandare i dipendenti), si trova improvvisamente a dover affrontare una grave perdita, quella della giovane moglie. L’evento, che potrebbe essere superato senza troppo dolore (grazie al fatto che probabilmente non ne era molto innamorato e anche all’aiuto ed alla comprensione del suocero), segna invece un profondo spartiacque nella vita del protagonista, che d’improvviso s’accorge di essersi immerso, fino a quel momento, in una vita fatta più di apparenza, ipocrisie e convenzioni che di sostanza. Dove niente gli apparteneva realmente. Da qui il bisogno impellente di distruggere, anche fisicamente, tutto, proprio tutto, casa compresa. E non c’è nessuno, tra amici e parenti, che sia in grado di ascoltarlo, di comprenderlo, di aiutarlo. Così non gli rimane che rivolgersi, con accurate e dettagliate lettere che raccontano la sua tragedia, ad una sconosciuta società di distributori di bibite, proprietaria di una macchinetta che si è casualmente inceppata. Caso vuole che ad occuparsi delle lamentele dei clienti della suddetta società, ci sia un’amabile signora (Naomi Watts) che rimane stupita (e come non potrebbe) da questa inusuale corrispondenza. I due s’incontreranno ma diventeranno solo amici, come amico diventerà anche il giovane figlio della donna, Chris (Judah Lewis). L’amicizia del protagonista Davis con Chris sembra quasi prendere il sopravvento, riempiendo l’ultima parte del film. Chris è un adolescente che sta scoprendo la propria sessualità, e con un certo coraggio chiede al nuovo amico di aiutarlo a comprendere se stesso. Gli chiede se lui possa considerarsi gay, visto che desidererebbe succhiare il membro di un compagno di scuola. Davis gli risponde che probabilmente è così, ma gli consiglia di non dirlo, di far finta, ancora per qualche anno, che gli piacciano le donne, per evitare problemi e difficoltà che sarà maggiormente in grado di superare tra qualche anno. Chris però dimostrerà di avere più coraggio di Davis, imparando qualcosa dalla brutta esperienza di quest’ultimo. Il regista, Jean-Marc Vallée, autore dei bellissimi “Dallas Buyers Club” e “C.R.A.Z.Y.”, pur essendo etero, conosce bene le problematiche omo, e ci regala questo piccolo e gustoso siparietto. Probabilmente trova qualche similitudine tra le difficoltà del protagonista , un uomo (sicuramente etero) che scopre di aver vissuto mentendo a se stesso ed agli altri, e un giovane omosessuale che deve prepararsi a confrontarsi col mondo esterno. Un film interessante anche se, nella prima parte, insiste troppo, ripetendosi, sulla mania distruttiva del protagonista, manifestazione esterna di una lotta, in realtà, tutta interiore.
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Condividi