Una giovane donna di nome Dalisay, conosciuta come Daly, vive in un piccolo villaggio nella campagna filippina. E’ una ragazza osservante, intelligente che a causa di uno sfortunato incidente ha perso sia il padre che la madre. Sua sorella maggiore, Anne, lavora in una città vicina come cameriera in un ristorante. Il suo modesto reddito permette a entrambi di vivere con parsimonia. Ogni giorno Daly passa davanti al General Store di proprietà di Nida, una donna che vive non lontano da lei. Nida è un artista che non è mai stata sposata. Daly, desiderosa di conoscere tutto quello che succede intorno, trascorre gran parte del tempo con Nida, donna più anziana che alimenta la curiosità naturale della ragazza. Nida arriverà ad insegnare a Daly che cos’è l’amore e come il ritmo della natura influisce su ciascuna delle nostre anime.
“Dalisay” (che è il nome della protagonista e che in filippino significa ‘pura’) è un film realizzato nel 2016, dal regista fiorentino Maurizio Baldini, con la collaborazione di Lorenzo Galanti, ambientato nelle Filippine, che racconta una storia omosessuale tra due donne. Il film ha riscosso grande successo di critica, aggiudicandosi nel 2016 il premio Cinemateque al World premiere film festival Philippines di Manila “per la rappresentazione dell’amore umano e della sensibilità”, ma non è stato distribuito nel paese per la tematica trattata.
Il regista Baldini ha dichiarato: “Quando sono arrivato nelle Filippine ho capito che era come stare nell’Italia degli anni ’50, o nell’America dell’età dell’oro: un posto dove le idee di chi vuol far cinema possono diventare realtà senza scontrarsi con le enormi difficoltà economiche e politiche che ci sono in Italia dove il mercato è fagocitato da produzioni enormi, imperversa il filone del comico, e per il cinema low budget non c’è spazio, e anche il pubblico italiano è generalmente poco educato a pellicole che non siano squisitamente commerciali. La storia che volevo raccontare invece parla di complicità, di delicatezza, di emozioni vissute in una cultura molto diversa dalla nostra, che si può capire fino in fondo solo se la si legge nel quadro di una società matriarcale, dove l’uomo è spesso una figura che seduce e abbandona, e le donne sono lasciate sole ad occuparsi di bambini senza padre; non è la tradizionale storia di un rapporto omosessuale osteggiato in una cultura ferventemente cattolica, piuttosto volevo parlare dell’amore che va oltre i confini del sesso”
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