L’esercito turco considera l’omosessualità un disordine psichiatrico che esonera dal servizio ma che necessita di una diagnosi medica, sia psicologica che tramite altri metodi più invasivi (e indegni). I racconti, molto partecipati, di alcuni gay che, rispetto al servizio militare, hanno fatto scelte diverse: chi ha negato, tra lacerazioni profonde, la propria identità e si è arruolato, chi l’ha orgogliosamente rivendicata e chi ha preferito emigrare a Berlino. Il documentario smaschera uno dei grandi tabù che ancora sopravvive in un Paese alle soglie dell’Europa raccogliendo le testimonianze dei ragazzi che vivono in Turchia senza poter mai svelare i loro volti, costretto a inquadrare il gesticolare delle loro mani o solo alcuni dettagli del corpo quasi a simboleggiare il disagio (interiore ed esteriore) di persone recise, non libere di mostrarsi per quello che sono. (Togay 2011)
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