Varie
CRITICA:
“‘Il concerto’, commedia in grottesco di Radu Mihaileanu (il regista di ‘Train de vie’), è acuta e divertente. Nell’intrigo un famoso direttore d’orchestra del Bolshoi di Mosca che era stato
esautorato per aver rifiutato di licenziare orchestrali ebrei, 25 anni dopo si vendica sostituendo
all’orchestra ufficiale del teatro una propria compagine di musicisti. Ma è interessante soprattutto l’oggi: le mondanità dei miliardari russi, la gente che fa qualche soldo partecipando a manifestazioni
di orgoglio ex comunista.” (Lietta Tornabuoni, ‘La Stampa’, 19 ottobre 2009)
“Non si sa se per questa ardita manomissione (e per l’esecuzione dell’orchestra sinfonica di Budapest e della violinista Sarah Nemtanu), ai melomani si rizzeranno i capelli in testa, ma per i cinespettatori, quel vorticare di strumenti e di volti e di suoni che si trasfigurano nella passione di creare, tutti insieme, quella che il protagonista chiama “l’armonia suprema”, è un’esperienza di
profondo incanto, come capita di rado al cinema.” (Natalia Aspesi, ‘la Repubblica’, 19 ottobre 2009)
“Romeno attivo in Francia, ha la mano felice di un tragicomico di cultura yiddish, non persegue il realismo, ma quell’affabulazione interculturale che, in questo caso: sposta nel colorito dipinto caricaturale il sogno di riscatto, con un concerto a Parigi, d’un direttore d’orchestra del Bolshoi distrutto da Breznev 30 anni fa. Al Bolshoi oggi fa le pulizie il grande Filipov e l’orchestra che, con uno stratagemma, sostituisce a quella vera per eseguire allo Chatelet l’amatissimo e ossessionante
concerto per violino di Cajkovskij, è ormai una banda di sopravvissuti nella Russia dei mafiosi: abnorme, totalmente inverosimile musicalmente, totalmente verosimile nelle emozioni musicali (la vertigine del suono sulle emozioni dei personaggi), divertente, melodrammatico. In Italia in primavera.” (Silvio Danese, ‘Quotidiano Nazionale’, 19 ottobre 2009)
“Le ‘Concert’ è più divertente, con le disavventure di un gruppo di ex musicisti del Bolshoi, epurati ai tempi di Breznev, che per uno scherzo del destino (favorito da un ex direttore) si trovano a suonare a Parigi. Ironizzando su tutto, dai nostalgici del comunismo alle manie di grandezza dei nuovi oligarchi fino allo «spirito» commerciale degli ebrei, il film trascina lo spettatore in un’avventura sempre più sorprendente e sempre più divertente, che saprà anche innescare un attimo di commozione. E che scivola via sui binari di una sceneggiatura (del regista) che non sarebbe dispiaciuta neanche a Lubitsch.” (Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 19 ottobre 2009)
“‘Le concert’, nuovo film del regista romeno di ‘Train de vie’, Radu Mihaileanu, racconta la rivincita di un grande direttore d’orchestra sovietico silurato sotto Breznev per aver osato difendere i propri musicisti ebrei. (…) La fase del reclutamento e della trasferta a Parigi, dove gli orchestrali si disperdono per arrabattarsi con mille mestieri da emigranti, è un crescendo di trovate esilaranti che nasconde a dovere la svolta mélo della seconda parte. Per coronare il trionfo difatti la scalcinata orchestra suonerà con una star del violino (Mélanie Laurent) che a sua insaputa ha più di un legame con quel gruppo di straccioni. E qui Mihaileanu cala l’asso, fondendo l’anima satirica e quella politica con un’esecuzione del concerto per violino di Caikovskij che strappa immancabilmente le lacrime alla platea. Trasformando il sogno comunista in armonie musicali, e le persecuzioni di un intero popolo in un’intricata vicenda di famiglia. Un poco macchinoso, a tratti. Ma i fantasmi del comunismo e dell’antisemitismo sono più vivi che mai. Per questo continuano a far ridere e piangere.” (Fabio Ferzetti, ‘Il messaggero’, 19 ottobre 2009)
Bel film, non bel film gay, perché di gay c’è solo una comparsata, ma bel film.
Un bellissimo film! Da non perdere assolutamente per i cinefili.. Non ha (quasi) nulla di gay..
Ma molto, molto bello!
Non direi proprio un film a tematica glbt, anzi solo un piccolo bacio, ma effettivamente un bel film. Ben diretto ed interpretato. Allegro, commovente anche se in alcuni punti un po’ troppo favola.