Varie
Philipp, un timido insegnante gay è fidanzato con una sua collega per non destare sospetti sulla sua sessualità. Una notte si ritrova in un bar gay ed incontra un ragazzo di cui si innamora perdutamente. Trasformato da quest’amore Philipp non potrà far altro che affrontare la sua vera natura.
Premiato con l’Orso d’Argento per la regia al Festiva di Berlino 1990 con la seguente motivazione: “per la sensibilità con cui il film affronta i problemi di una minoranza e per il profondo rispetto verso i diritti umani, la tolleranza e l’umanità che riesce a trasmettere”
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Il punto di vista dell’est: Coming Out di Heiner Carow è soprattutto il primo e unico film con tematica gay realizzato nella Repubblica Democratica Tedesca ai tempi del regime socialista guidato da Erich Honecker. Ciò che lo rende inoltre speciale è che la prima proiezione ha avuto luogo proprio la sera della caduta del muro, il 9 novembre 1989, all’inizio di un altro “coming out”. Ha vinto l’Orso d’argento alla Berlinale 1990, per “la sensibilità con cui ha svolto il dramma delle minoranze – tutte – e il grande rispetto per i diritti umani”.
Il film narra le passioni di Philip sin da giovane età per il genere maschile. Da adolescente era attratto dal suo migliore amico, ma mise da parte questa attrazione fatale per vivere nella “norma”. Incontra una ragazza piuttosto timida che si era follemente innamorata di lui, e i due vanno a vivere insieme. Ben presto ricompare il desiderio di Philip per un altro uomo, stavolta un giovane incontrato a un concerto di musica: da qui in poi si segue il percorso di Philip nel suo coming out, per dire sì alle più intime passioni e soprattutto al suo più intimo sé.
Heiner Carow è stato un nome di rilievo nella produzione cinematografica della ex DDR, stimato documentarista e amato regista di film di finzione. Nato nel 1929, è arrivato nel 1950 alla scuola per giovani registi presso gli studi della DEFA, il centro di produzione statale cinematografico, e già sette anni dopo ha inizio la sua lunga carriera con Sheriff Teddy, per terminare nel 1997 con la morte. Sin dal primo film, Carow si è sempre dedicato alle questioni socio-politiche tra est e ovest, con risvolti interessanti nelle vicende personali narrate nei singoli film. Ad esempio il già citato Sheriff Teddy riguarda la storia di un ragazzo migrato assieme ai genitori da Berlino Ovest a Berlino Est, curiosa e insolita inversione di rotta dal conseguente capovolgimento di valori e idee occidentali al fine di entrare – seppur con fatica – nel contesto politico-culturale nuovo. Nel suo più grande successo (anche della DEFA) Die Legende von Paul und Paula (La leggenda di Paul e Paula, 1979) è al centro la morale individuale contro un sistema di valori stabilito dallo stato, per focalizzare la questione del socialismo reale tanto sbandierato dai leader politici. Negli ultimi anni, prima della caduta del muro, ha indagato il ruolo dell’arte e dell’artista nella società socialista, e successivamente ha collaborato soprattutto con reti tv per film televisivi.
Coming out – un appello alla tolleranza nella ex DDR comunista
Carow ha fatto Coming out come appello alla tolleranza, non solo nei confronti delle persone glbt ma di tutte le minoranze della ex DDR, inclusi anche gli Andersdenkende ossia i “liberi pensatori”. Per il suo autore Coming out è “un film sull’amore e sull’onestà”.
Carow era gay, e molte persone che appaiono nel film facevano parte della scena underground (soprattutto) gay della ex Berlino Est. I locali che si vedono nel film sono club e pub realmente esistiti, così come molte delle azioni di sfondo sono state prese dalla vita reale e non messe in scena. Carow ha fatto questo film anche per raccontare la sua personale esperienza in un paese in cui dal 1968 l’omosessualità non era più illegale ma comunque emarginata sul piano sociale. Va detto che era un credo popolare, che l’essere gay fosse una moda nei paesi capitalisti e segno di decadenza nell’Occidente individualista. Non fu facile dunque realizzare il film, benché fosse il risultato di un periodo già disseminato di segni della svolta che ha poi portato alla caduta della cortina di ferro.
Il punto interessante è che il movimento glbt dietro quella cortina era iniziato dentro le chiese, dove avevano cercato rifugio i primi gay e le prime lesbiche, fuoriusciti dal silenzio opprimente a metà anni settanta, essendo state le chiese le uniche istituzioni a non essere direttamente controllate dallo stato. Fu poi nei primi anni ottanta, dopo che migliaia di persone avevano chiesto il visto per lasciare il paese, che il partito aveva alzato il velo del tabù per far entrare il tema nel dibattito pubblico, ancora con grandi difficoltà.
(Togay 2009)
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