Opera prima di un promettente regista, film quasi sperimentale, probabilmente ostico e inconcludente per molti spettatori superficiali, è in realtà un buon tentativo di aggiornare lo stile di Dogma 95: girato senza sceneggiatura, ogni ripresa è sempre stata unica (fatta con due cineprese), la storia è ridotta all’osso, in pratica solo una riflessione amara su come all’alba dei trent’anni, dieci anni dopo il diploma, non si sappia ancora quale strada prendere, sia nel lavoro che nei sentimenti. Tecnicamente assomiglia più ad un reality che ad un film, dove gli attori (che portano il loro proprio nome) esprimono se stessi, incuranti di qualsiasi plot. Ed (Edward Hogg) è un 32enne che di giorno lavora in un call center (vende assicurazioni contro il cancro), un lavoro chiaramente senza prospettive, e di sera cerca di inserirsi, con scarsa genialità, nel circuito degli attori comici. Ha una compagna di appartamento, la spagnola Elisa (Elisa Lasowski), con la quale non sa come comportarsi, fanno sesso ma spesso la invita a frequentare un suo compagno di lavoro. Una notte incontra sull’autobus il 25enne nero Nathan (Nathan Stewart-Jarrett, visto in Misfit). Sente subito un forte interesse per questo ragazzo vitale, fanno sesso gay quasi senza accorgersene. Parlano di omosessualità, in una scena (una delle più belle) si scontrano sull’autobus con un gruppo di ragazze omofobe che li avevano sentiti parlare. La relazione con Nathan sembra promettere molto, forse qualcosa finalmente cambierà, ma ci sono ancora troppe incertezze che lo assillano, troppe domande che non hanno ancora trovato una risposta. Dopo una torrida notte di sesso a tre fatta insieme a Elisa nello squallido appartamento di Nathan, tutto potrebbe tornare come all’inizio…
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