Questo film è la terza parte di una trilogia iniziata dal regista nel 2003 con “The irregularity of the tearing”. Due giovani uomini si combattono in una impegnativa lotta. Si colpiscono molto duramente. Ma la loro lotta è un’espressione d’amore. Non c’è premio, nè vincitore, nè gloria. Una voce fuori campo racconta una storia nella quale si riscopre la dimensione e i limiti del desiderio. Guardando il film si presentano alcune domande: può una persona procurare dolore all’altro o a se stesso? Come possiamo abbandonarci in un mondo nel quale ci hanno insegnato che nessuno deve permettersi di punirci? Il film è una analisi della paura, della licenziosità. Il regista ha detto: “Paura desiderio e abbandono: Combat è soprattutto la storia di un incontro inaspettato che ha eccitato il mio desiderio, una fusione di violenza e tenerezza. Un incontro sensuale che fa nascere il desiderio penetrando le sue più strenue difese”. Premio speciale dato dalla giuria agli ultimi Teddy Awards del Festival di Berlino.
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