Un film che narra la nascita e lo sviluppo di An American Family, primo reality show della storia della televisione americana, andato in onda nei primi anni ’70.
Una storia vera che lo sceneggiatore David Seltzer ha riportato alla luce, ricostruendo il making of della miniserie An American Family, andata in onda, in dieci puntate, nel 1973. E che a suo tempo, così pare, aveva scatenato un putiferio, perché tutto, in quella vicenda interpretata da persone vere, risultava troppo autentico, imbarazzante, forse addirittura sfacciato. La famiglia Loud era composta dai due genitori, Bill e Patricia, e dai loro cinque figli, allora adolescenti, uno è gay e, nel corso delle puntate, esce allo scoperto. Il produttore Craig Gilbert li aveva selezionati per quello che all’epoca sembrava un esperimento rivoluzionario: realizzare un documentario sulla vita quotidiana della middle class, portando i microfoni e le telecamere dentro il focolare domestico, e seguendo i suoi abitanti nei loro spostamenti. L’intento era quello di trasformare la normalità in qualcosa di straordinario, che potesse, al tempo stesso, fare spettacolo e indurre a riflettere. Il traguardo venne raggiunto in pieno: la provocazione andò perfettamente a segno, perché la trasmissione generò un’ondata di sdegno tra gli spettatori e ricevette, da parte della stampa, un mare di critiche velenose. “Cinema Verite è un’operazione di grande intensità e basta dare un’occhiata agli attori chiamati nei ruoli principali: Tim Robbins capofamiglia, Diane Lane moglie in preda a tutte le controversie possibili, mentre il produttore demoniaco è il grandissimo James Gandolfini, quasi irriconoscibile nell’occasione. A metà tra dramma d’impatto e documento non scevro da nostalgie, sicuramente è utile per riflettere su come sia stato possibile che quel tipo di “verità” in tv sia poi diventata quella povera cosa che tocca subire oggi.” (A. Dipollina, La Repubblica)
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Visto questo film si Sky Cinema. Questo film è ambientato negli anni ’70 (asnche se realizzato nel 2011) e racconta bene il modo di vivere di quegli anni e la diffidenza verso la telecamera e verso il raccontare i propri fatti in piazza. Detto questo è ovvio che non esiste una famiglia perfetta; ma quella del film era davvero problematica. Darei un giudizio negativo sulla sceneggiatura se non fossero un racconto di fatti realmente accaduti (il primo reality show). Allo stesso modo dispiace per la sorte del personaggio gay. Che come al solito deve morire di aids. Ma anche questo, aihmè, è trasposto dal vero …