Raramente abbiamo potuto vedere sullo schermo una storia d’amore gay così intensa e profonda. Lo scrittore gay Christopher Isherwood è probabilmente conosciuto ai più come lo scrittore di “Addio a Berlino”, il romanzo che ispirò il film “Cabaret”. Ma è quanto accadde dopo la scrittura di queste storie che la vita di Isherwood raggiunse traguardi inaspettati. Dopo che fu costretto ad abbandonare la Germania per l’avanzata del Nazismo, Chris arriva nella California meridionale dove prova a cimentarsi con le sceneggiature. In questo periodo incontra un ragazzo sulla spiaggia, Don Bachardy, di 30 anni più giovane, e la loro storia d’amore fa subito scandalo, perfino ai più intimi e progressisti amici dello scrittore. Ma tranne che per qualche gossip della vecchia Hollywood gay, questo film non si sofferma sul sensazionalismo esteriore. Ai registi interessa maggiormente indagare questa strana e profonda relazione dall’interno, come abbia potuto nascere e crescere per decenni, e diventare per entrambi questi uomini la massima fonte d’appagamento e d’ispirazione creativa e spirituale. Don ci racconta con le sue parole, con l’accento britannico ereditato da Chris, come ha vissuto quest’esperienza, illustrandola con la sua collezione di disegni e dipinti che ci bloccano il cuore. Ascoltiamo alcuni brani dei diari di Don letti dall’attore Michael York. Il film riesce a fare rivivere dal passato questa splendida storia d’amore, mescolando spezzoni di film casalinghi con poetiche rappresentazioni, unendo il nostalgico all’erotico. Una storia di fusione tra due anime che ci strappa lacrime di gioia
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