Film documentario, diretto dai due giovani allievi palermitani del Centro sperimentale di Cinema, che ha vinto la sedicesima edizione del Parma Video festival 2013, il premio della critica al Festival di Messina e a quello di Floridia in provincia di Siracusa. Massimo e Gino, i protagonisti del mediometraggio, da anni si battono per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali nel capoluogo siciliano. Hanno aperto un laboratorio per la lavorazione del cuoio dentro il mercato di Ballarò. Il film è soprattutto la loro storia d’amore, una storia che dura da 35 anni. Il film è anche un’attenta riflessione sull’identità, sui generi, sulla necessità di ridefinirli, sulla libertà.
Dice Massimo: “Io non voglio nessuna etichetta, io sono un essere umano. Io mi sento libero di essere ciò che voglio. Ho pagato già le conseguenze della situazione ma adesso mi sento libero”. Parlano i registi: “La storia che abbiamo voluto raccontare è quella di un essere umano che non si definisce, che non sa chi è, si definisce un essere astratto, questo crea nella realtà in cui vive un singolare cortocircuito. Nello sfondo una storia d’amore che ha generato sofferenza, decisioni importanti, emarginazione, ma nello stesso tempo ha portato, successivamente, gli stessi protagonisti, una coppia, a diventare modello per tanti altri”. Davide Vigore aggiunge: “Fare questo film non mi è costata nessuna fatica è stata prima di tutto un esperienza di vita e mi dimostra ancora una volta come è difficile trattare l’animo umano. Sono molto felice per i premi ricevuti, vincere dei festival dove sei in concorso con il vincitore del David di Donatello, con il film che ha vinto Locarno, sicuramente è molto stimolante, specialmente quando sei in preparazione del prossimo film”.
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