Varie
da La Repubblica del 2/4/2010:
«DOPO “Senza fine” torno a girare una storia d’amore tra due donne. So che i tempi non sono favorevoli al cinema a tematica omosessuale, ho sentito il nuovo governatore Cota annunciare di voler ritirare il contributo al Gay Pride. L’ondata neo-conservatrice è preoccupante, ma proprio questo è il momento per riproporre con forza il tema dei diritti degli omosessuali». A parlare è il ventisettenne cineasta torinese Roberto Cuzzillo, autore del pluripremiato lungometraggio “Senza fine”, ora sul set della sua opera seconda, “Camminando verso”, storia di una donna bosniaca scampata alla guerra e rifugiata a Torino. Il film, low budget, è prodotto da Enzimistudio e Sap11 (che ha distribuito in Italia “Odgrobadogroba” di Jan Cvitkovic, vincitore al Tff nel 2005). «Il progetto è nato dopo la realizzazione di un documentario in Bosnia, seguendo gli scambi giovanili promossi dal Comune di Torino – racconta il regista – Ho trovato nella ex Jugoslavia un terreno fertilissimo di storie e suggestioni. Ho lavorato due anni a questa sceneggiatura, con la volontà di tenere viva la memoria di una guerra troppo velocemente dimenticata». Le riprese, sostenute da Film Commission, termineranno a fine aprile in Piemonte e dopo una pausa avranno un’appendice a Sarajevo. A Torino si è girato in via Po, in alcuni interni del centro storico, a Porta Palazzo. «Protagonista è una donna, Emina, interpretata da Anastazija Vidmar, scappata dalla Bosnia durante la guerra – spiega Cuzzillo – Intreccia un’amicizia amorosa con la sua coinquilina Antonia, Fiorenza Tessari, ma la loro storia è minacciata dall’arrivo di un uomo bosniaco che riporta nella vita di Emina un segreto e un passato impossibili da dimenticare». Il film dovrebbe essere ultimato in autunno, in tempo per un’uscita al Torino Film Festival. «Vorrei che “Camminando verso” seguisse lo stesso percorso di “Senza fine”, che ha avuto una felicissima esperienza internazionale, con anteprime e premi in vari festival del mondo – conclude l’autore – Sì, in Italia non è mai uscito, nemmeno in dvd. Incredibile ma vero. È la dimostrazione di quanto sia poco gradita la tematica omosessuale e di quanto siamo indietro nella cultura dei diritti, oltre che nella diffusione del cinema indipendente».
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