Brasile, 1984. L’adolescente Estela ha genitori possessivi ma dentro e intorno a lei sente che le cose stanno cambiando: ha le prime mestruazioni, perde interesse per il biondo surfista Xande in favore del bel tenebroso JM, da poco arrivato in classe, ascolti all’avanguardia (sembra uscito dai Jesus & Mary Chain) e un alone di mistero che lo circonda. Intanto dalla California, dove Estela da sempre sogna di andare, ritorna l’idolatrato zio Carlos. Purtroppo, però, ci sono brutte notizie: Carlos ha contratto l’HIV, un virus da poco individuato e di cui si sa ancora poco. Per Estela è l’inizio di un periodo di scoperta, spesso dolorosa, tra slanci appassionati e delusioni apparentemente insormontabili. Tenero romanzo di formazione che, nel raccontare i turbamenti e le gioie del diventare adulta, si affida ad una ricostruzione storica molto accurata. Ed a una colonna sonora strepitosa: David Bowie (vera e propria ossessione per la protagonista), Joy Division, The Cure. (TGLFF)
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La mia adolescenza. Tutti i dischi, i poster, le feste, i meccanismi per cui ti piaceva uno o una e poi dopo dieci minuti qualcun altro, i video di Siouxsie and the Banshees, le cassettine, i Dead Kennedys, i Tuxedomoon, gli Smiths, i Joy Division e i Cure. E cercare di capire quando è il momento giusto per scopare, o per cercare di farlo.