Varie
CRITICA
“L’idea del terrone dall’italiano tutto suo era usata meglio da Abatantuono e Frassica. Il cantante pop scemo l’avevamo già visto con il Gino Ramaglia di Paolantoni ai tempi tv di ‘Sportascus’. Checco è omofobo e maleducato (insulti, da vincitore, a un avversario dello show). Eppure risulterà nel film ‘troglodita ma simpatico’. Quanto sono ruffiani i comici italiani.” (Francesco Alò, ‘Il Messaggero’, 27 novembre 2009)
“‘Cado dalle nubi’ di Gennaro Nunziante, con Checco Zalone, esce mentre in libreria arriva il libro-cd omonimo di Checco Zalone, consigli per l’aspirante cantante. Si sorride con l’uno e con l’altro, perché il suo personaggio di poeta cafone sprizza saggezza, mentre i lombardi trasudano l’ipocrisia e i lumbard non sanno ricondurre, come fa lui, ‘terun’, gli omosessuali ad anormali e i parroci in borghese a camaleonti. Zalone non disprezza, come fa villaggio, il suo Fantozzi. Prosegua così”. (Maurizio Cabona, ‘Il Giornale’, 27 novembre 2009)
“Zalone si dichiara ‘meravigliosamente mediocre’ e ha meravigliosamente ragione. Riesce dove tanti suoi colleghi hanno fallito: allargare le proprie gag in film tenendo vivo il passo e lo spasso. Tra navigli cari a AldoGiovanniecc, lo affiancano la troppo bella per lui Giulia Michelini e uno strepitoso Ivano Marescotti con Alberto da Giussano sul comò. ‘Costretto’ a comparsate ovunque in tv per promuovere il suo ‘atto osceno in luogo pubblico’, ha sempre saputo essere simpatico, rapido e a disagio. Complimenti, acciminchia!.”(Alessio Guzzano, ‘City’, 27 novembre 2009)
“…Il film con cui lo sceneggiatore Gennaro Nunziante firma la sua prima regia cerca di sfruttare la popolarità del personaggio di Checco Zalone, ma non lo fa in maniera fin troppo facile e scoperta. Invece di puntare – come spesso avviene in analoghe operazioni – su sketch e tormentoni, propone una storia semplice ma ben strutturata, che permette al protagonista, trascinante nel suo candore e nelle sue storpiature lessicali, di interagire alla perfezione con un gruppo di affiatati comprimari. Certo le notazioni satiriche sono all’acqua di rose e la regia è di pura routine, ma forse non avrebbe neanche senso chiedere molto di più a un prodotto di intrattenimento piuttosto riuscito nel suo genere: ci si può ampiamente accontentare.” (Il sole 24 ore)
“… nello scontro-incontro col mondo gay, alla fine Checco Zalone riesce a capire più del previsto, con il razzismo leghista non ci può invece essere gran contatto. Per questo è una commedia moderna e antiberlusconiana, politicamente e giustamente scorretta e non il solito film italiano dove sembra di non vivere in questi anni e in questo paese. Né ci sono moralismi di commedia alla Comencini-Ozpetek.
È un piccolo film, sporco, neanche ben costruito, perché nella seconda parte si perde un po’, ma importante perché arriva direttamente al suo pubblico e gli mette di fronte un’Italia che è più reale di quella che vede in tv, talk show politici compresi. Un’Italia che ha voglia di mandare affanculo leghisti e razzisti, ovviamente partendo da Polignano a Mare, dove c’è il mare più blu del mondo e possiamo ancora, chissà, iniziare qualcosa di buono.” (Marco Giusti, Il Manifesto)
Ma io mi domando come cazzo si fa a non riuscire a farsi una risata, ed essere sempre cosi’ autoreferenziali. Ma dove la vedete l’omofobia? Zalone oltre ad avere dei tempi comici perfetti, non ridicolizza i gay, ma la mentalita’ ottusa di una buona fetta del paese, esprimendola in chiave ironica e sopra le righe. E lo dice una che adora il Cinema di Pasolini, Fassbinder, Jarman, Warhol, e via dicendo… Dire che Zalone e’ per decerebrati, e’ presuntuoso oltre che francamente ridicolo.
FILM STUPIDO OSCENO E ORRIBILE E ANCOR DI PIU’ LO E’ LUI LO ZALONE E’ PIETOSO INSULSO INUTILE NON CAPISCO COME FACCIA LA GENTE A RIDERE SULLE CAZZATE CHE DICE E’ LA CONFERMA CHE LA MAMMA DEI CRETINI E’ SEMPRE INCINTA!
Film abbastanza inutile, ma si lascia guardare grazie alla simpatia di Checco. La cosa più carina del film è la coppia gay, per una volta presentata come persone normali e non come macchiette stereotipate!
mega cavolata……
spero di vederlo presto
Ci tengo a precisare che Checco non è omofobo…
Sono pugliese anch’io come lui ( e guarda caso trapiantato a Milano ).
Nel suo entourage (compreso il regista) c’è gente che tratta i gay con rispetto.
Nel film inoltre l’omosessualità viene trattata con ironia, giocando sui luoghi comuni. E alla fine (nel bene o nel male) vince l’accettazione della persona.
un film spettacolare!mammamia qnt risate…ahahahahahahah
che film stupido
che noia di film …