Yoli ( Adelina Anthony, anche sceneggiatrice e regista) è una butch trentenne che vive a Los Angeles dove è relativamente famosa per i suoi rapporti a breve termine con altre belle donne, di vario colore. Abita con la sua migliore amica, Rani (D’Lo), che potrebbe anche essere un uomo o un’altra butch, o anche trans (con queste Mohawk non si può mai dire). Alla sua festa di compleanno, la bella portoricana Dana (Carolyn Zeller), di professione infermiera, si lascia facilmente corteggiare da Yoli e non ci vuole molto perché inizi tra loro una torrida relazione. Forse è arrivato il momento per Yoli di fare una sosta un po’ più lunga del solito. Ma Dana, contrariamente a quanto sembra, è molto cattolica e non accetta il suo orientamento sessuale, cosa che interferisce con la costruzione di un rapporto serio. Sfortunatamente Yoli ha trascorso la sua vita cercando di fare i conti con la sua storia passata, fatta di soprusi casalinghi, con un padre violento ed una madre debole. Conosciamo il suo passato attraverso l’uso di burattini che Yoli si costruisce da sola, un uso intelligente del teatro di figura. Rani e la sua/suo compagna/o, Carmela (Natalie Camunas) si trovano in disaccordo con il comportamento di Yoli, generando un clima di frizione, che si estende anche ad altri amici e colleghi.
Il film, basato su un monologo teatrale dell’autrice, è una bella prova autoriale ed attoriale, che cerca di coniugare la gioia dell’amore con il perpetuo dolore dei cuori spezzati, ricca di genuine conversazioni fra amiche intervallate da esaltanti momenti di sesso. Una bella raffigurazione di come sia possibile riconciliarsi con la propria storia per scoprire la felicità e l’accettazione. Prima visione italiana al Florence Queer Festival 2016.
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