Assai travagliata la gestazione di questo film sulla vita del leader dei Queen Freddy Mercury. La sua realizzazione, annunciata da Brian May (il chitarrista dei Queen) nel 2010, prevedeva Sacha Baron Cohen nel ruolo di Mercury, che però abbandonò il progetto per divergenze con i membri della band che non volevano un film troppo centrato sulla sessualità di Mercury (temendo ripercussioni negative in campo commerciale). Dopo di lui era stato chiamato ad interpretare Mercury l’attore gay Ben Whishaw che però, nel 2014, annuncia anch’esso di uscire dal progetto per divergenze col produttore Graham King (e con la band che è parte della produzione). Stessa cosa per la regia, assegnata in un primo tempo a Dexter Fletcher (prima di lui Stephen Frears aveva rifiutato l’offerta), che si ritira nel 2014, lasciando il posto al regista gay Brian Singer, che però nel 2017, quando mancava pochissimo alla fine del film, viene estromesso dalla produzione che richiama Dexter Fletcher (che completa il film in solo due settimane di post produzione, non sappiamo quindi quanto possa aver modificato il progetto di Singer). La causa dell’estromissione di Singer sembra sia dovuto a continui dissidi con il protagonista Rami Malek che interpreta Mercury. Questa la trama ufficiale del film: “Bohemian Rhapsody è una coinvolgente celebrazione dei Queen, della loro musica e del loro leggendario frontman Freddie Mercury, che sfidò gli stereotipi e infranse le convenzioni, diventando uno degli artisti più amati al mondo. Il film ricostruisce la meteorica ascesa della band attraverso le sue iconiche canzoni e il suo sound rivoluzionario, la sua crisi quasi fatale, man mano che lo stile di vita vita di Mercury andava fuori controllo, e la sua trionfante reunion alla vigilia del Live Aid, quando Mercury, afflitto da una gravissima malattia, condusse la band in una delle performance più grandiose della storia del rock. Facendo questo, il film cementa l’eredità di una band che è sempre stata più di una famiglia e che continua ancora oggi a ispirare gli outsider, i sognatori e gli appassionati di musica.”
Scrive Francesco Frisco sul Sole24ore: “Discorso a parte merita il taglio con il quale la pellicola prodotta dalla 20th Century Fox con un budget da 55 milioni di dollari tratta omosessualità e Aids. Non c’è agiografia, retorica o generalizzazione buonista o cattivista che tenga: gli omosessuali possono essere buoni o cattivi, esattamente come gli eterosessuali. Freddie passa dalle braccia di Trixie (Allen Leech), il roadie spregiudicato che lo seduce, lo plagia, lo trascina a una carriera solista sbagliata e a una vita spericolata a Monaco di Baviera per poi ricattarlo, a quelle di Jim Hutton (Aaron McCusker), l’amico (questa la parola che usa quando lo presenta alla famiglia) che gli starà accanto fino alla fine, il grande amore, l’unico assieme a Mary a meritarsi l’appellativo di “Love of my Life”. Quanto all’Aids, il coming out con la band si risolve in un pudico abbraccio fraterno, nella scelta del protagonista (e, con lui, del regista) di offrire al mondo Freddie come un artista, non come simbolo o bandiera di qualsivoglia causa. Anzi: nel film di Singer c’è addirittura spazio per qualche felice apertura al black humour britannico. Il tormentone sulla non proprio ispiratissima vena poetica di Taylor (vedi “I’m in love with my car”) e quel “Credo sia gay” che Freddie indirizza al nuovo compagno della sua ex Mary sembrano stare lì per questo. Un ultimo appunto: i fan più attenti noteranno che spesso la cronologia degli avvenimenti si piega alle esigenze del racconto (“Fat bottomed girl” arriva troppo presto, “We will rock you” al contrario troppo tardi nella storia e ci fermiamo qua). Un consiglio: non siate troppo rigidi, abbandonatevi alla favola, lasciatevi trasportare dalle canzoni. Ci scapperà la lacrimuccia. Negli Usa il film è già il secondo biopic più visto di sempre. Scommettiamo che in Italia diventerà il primo?”
Il film sarà distribuito dalla 20th Century Fox nel Regno Unito dal 24 ottobre 2018, a seguire negli USA e nel resto del mondo (in Italia l’uscita è prevista dal 29 novembre 2018).
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I fans della band non hanno amato questo film. Io, che conosco solo le canzoni più famose, non ho capito il motivo della delusione. E non mi interessa. Sapevo pochissimo di Mercury e, grazie alla visione, ho conosciuto un artista a 360 gradi. Un uomo che era tutt’uno con la sua musica. Malek è favoloso e riesce perfettamente a rendere omaggio ad una personalità forte e complessa. Molti del popolo LGBT si sono lamentati poiché l’omosessualità viene appena accennata o poco più. Io, al contrario, penso che un uomo come Freddie non sia descrivibile attraverso la sua sessualità. Sarebbe riduttivo. Freddie si esprimeva attraverso l’arte, non attraverso il sesso.
In sala, alla fine della proiezione, erano tutti a bocca aperta (in senso positivo). Ci sono rimasto malissimo, quando, su Facebook, ho letto una marea di commenti negativi. A chi sostiene che Singer abbia creato uno spottone pubblicitario privo di anima, rispondo che l’atmosfera degli anni in cui è ambientato il film era tutta lustrini e luci stroboscopiche.
Non è che poteva propinare al pubblico una biografia seriosa e cupa.
Per me è promosso.
E’ il film della svolta,il piu visto di sempre.Mainstream, tradizionale e un pò didascalico forse per piacere a tutti. Una storia sull’amicizia e sulle passioni che possono essere “buone e cattive”. Alla fine amore ,passione e amicizia concordano anche se per poco.E’ un film biografico con qualche licenza poetica ma ci fa sperare in future trame corali senza discriminazione sessuale anche nel cinema come avviene da tempo nelle serie tv.
Andato a vederlo al cinema quando è uscito, ho trovato la prima parte troppo distante dalla seconda e il dramma umano di cui è protagonista Freddie Mercury viene trattato ottimamente. Sicuramente Oscar meritato per Rami Malek! Voto: 7.