Questo film ci mostra la purezza del primo amore messa in contrasto con la povertà e la corruzione che regnano nei bassifondi di Manila, la capitale delle Filippine, dove abita il dodicenne Maxi. Maxi proviene da una famiglia povera che lo vede impegnato ogni giorno a pulire la casa, cucinare, lavare i vestiti e aggiustare i brindellati jeans dei suoi parenti, che sono tutti piccoli ladri. Egli inoltre fornisce loro occasionali alibi quando necessario. L’omosessualità di Maxi è accettata da tutte le persone più care che gli sono vicino. Amato e protetto dai suoi genitori, Maxi ha un’inflenza rasserenante sulla famiglia che praticamente gestisce lui col suo quotidiano lavoro. Le cose vanno bene fino a quando Maxi incontra Victor, un rispettato e integerrimo poliziotto che fa nascere in lui il desiderio di una vita migliore e onesta. Quando i suoi famigliari comprendono la nuova situazione esplode la loro rabbia e contrarietà, soprattutto del padre e dei fratelli. Il regsta ha detto: “Sette anni fa mi recai sull’isola di Palawan, nella parte meridionale delle Filippine, e riscoprii le mie origini nel vedere quella popolazione. Nuotai nei laghi, feci passeggiate al chiaro di luna, imparai a considerare le speci animali in estinzione e ballai i rituali della verità secondo gli antichi riti. Tornato nella moderna Manila dove sono diventato adulto ho cominciato a girare questo film. Ora ho una percezione molto migliore del posto da dove provengo. Sono convinto che il successo di questo film incoraggerà altri filmaker filippini che lavorano col digitale. La rivoluzione digitale ha il potere di cancellare le differenze fra fra primo e terzo mondo. Solo perchè siamo poveri non significa che non possiamo avere immaginazione”. (Berlinale 2006)
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Il film fotografa molto bene le difficili condizioni di vita nella periferia di Manila, dove risulta assai comprensibile la precocità del giovanissimo Maxi, combattuto tra l’amore per la famiglia e i primi desideri del suo cuore. Tra documentario e finzione. Molto vicino al nostro cinema del primo dopoguerra.