“… un thriller cupo e inquietante, a tratti sgradevole e al limite del grottesco, che travalica i confini del genere facendo emergere il tema della paternità inadeguata. Tratto dal bestseller dello scrittore israeliano Dror Mishani Un caso di scomparsa, il lavoro ruota attorno alle indagini sulla misteriosa sparizione di Dany Arnault, sedicenne dalla vita apparentemente specchiata. Il caso è affidato al comandante della polizia François Visconti, un Vincent Cassel irriconoscibile. Pur avendo spesso affrontato ruoli di duro e cattivo, non è mai stato così trasandato, coi capelli sempre sporchi, il corpo gigantesco, la camminata claudicante, il trench alla Colombo, la dipendenza dal whisky anche durante il servizio.
Abbandonato dalla moglie, è aggressivo, laido, maleducato, misogino, e assolve con poco interesse i doveri di genitore di un adolescente forse coinvolto in un traffico di droga. Una sottotrama parallela solo accennata, ma che acquista senso giustificando la pervicacia con cui Visconti intende arrivare alla verità. Le ricerche partono con la denuncia della madre di Dany, Solange (Sandrine Kiberlain), donna che si occupa con dedizione anche della figlia down, ha un marito marinaio sempre assente e nasconde un terribile segreto. L’inchiesta si dipana tra false piste (inizialmente si pensa a una fuga del ragazzo per aderire alla jihad) e l’intervento del vicino di casa professore e aspirante scrittore frustrato Mr Bellaile (un bravo Romain Duris ambiguo e mellifluo), sospettato di aver avuto una relazione intima col liceale e di essere responsabile della sua scomparsa. Se da una parte l’uomo manipola i fatti con telefonate anonime e messaggi allo scopo di prepararsi alla stesura del suo romanzo, dall’altro indirizza il poliziotto verso la soluzione dell’enigma. E il mistero va cercato all’interno della famiglia coi suoi rapporti malati, l’incapacità di padri dalla personalità primitiva di prendersi cura dei figli e di favorire una piena ed equilibrata maturazione, l’indifferenza ai loro problemi. Zonca sembra dunque essere meno interessato a dipanare la trama noir, a tratti un po’ sgangherata ma con un colpo di scena finale non prevedibile, che ad affrontare argomenti tabù come incesto, violenza maschile (Solange accuserà alla fine Visconti di averla violentata), omosessualità repressa e persino omicidio. Ed è soprattutto in questi elementi che va riconosciuto il valore del film — più mainstream dei suoi precedenti — di un regista che sa il fatto suo, pur essendo poco conosciuto dal pubblico.” (Paola Zonca, Repubblica.it)
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