Morrie (Matthew Perry) è uno stressato professore universitario che dovrebbe presto diventare di ruolo qualora ottenesse l’opinione favorevole del capo dipartimento, suo vicino di casa. Morrie e sua moglie Betty (Lauren Graham) vivono in una casa eredita quando Morrie aveva 18 anni, dopo la morte della madre e il suicidio del padre. In seguito Morrie dovette allevare da solo il fratello Jay (Ben Foster) e la sorella Ida (Ginnifer Goodwin), ognuno coi propri problemi. Ida è tossicodipendente, spensierata e promiscua, Jay ha un’anima profondamente sensibile e gentile e le sue azioni non si lasciano mai condizionare da prinicpi superiori. Ora i tre fratelli si ritrovano insieme nella casa paterna dopo che Jay è stato investito da un’auto (si era sdraiato nella strada) e Morrie, che si sente ancora più un padre che un fratello, gli chiede di trasferirsi da lui pe run po’. Senza chiedere il permesso a Morrie, Jay invita anche Ida ad unirsi a loro col risultato di mandare in crisi il rapporto tra Morrie e Betty e di mettere a rischio la promozione di Morrie. Comunque il legame che si è creato tra i tre fratelli cresciuti insieme da soli è forte e incondizionato e l’amore e la tenerezza che si dimostrano reciprocamente è come minimo assai inusuale (sia sullo schermo che, pensiamo, nella vita reale). Nel film c’è solo un personaggio secondario che manifesta problematiche di identità sessuale (peccato, perchè da Daniel Craig, sceneggiatore di “Che mi dici di Willy?” e regista di “The Dying Gaul” ci aspettavamo qualcosa di più. Da novembre 2008 va in scena a New York una sua piece “Prayer for My Enemy” tutta centrata sulla tematica gay e famigliare). Curioso e lodevole che l’attrice premio Oscar Hilary Swank abbia accettato di partecipare al cast in una parte di secondo piano, dando così ancora più rilievo ad un cast già eccezionale. Da novembre 2008
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Condividi