Il film si basa sul libro “Atti impuri” di Judith C. Brown (pubblicato da ES – Biblioteca dell’Eros), primo romanzo lesbico della storia moderna, a sua volta basato su un documento storico risalente al XVII secolo ritrovato integro in un archivio di Firenze, pieno di riferimenti all’amore che nacque tra due suore, Benedetta Carlini, badessa del convento della Madre di Dio, a Pescia e un’altra monaca.
Benedetta Carlini (Virginie Efira) entra in convento all’età di 9 anni (sorte comune alle figlie di nobili famiglie che vogliono alleggerire l’asse ereditario) dove, sotto la guida del padre confessore Ricordati e della Madre Superiora, ha un comportamento esemplare, fino a diventare d’esempio e stimolo spirituale per tutta la comunità. Appena trentenne viene promossa a Badessa e poco dopo inizia ad avere visioni mistiche, anche della Vergine Maria e di Cristo, con esaltanti momenti surreali (Cristo le avrebbe preso il cuore e sostituito con il suo), la sua fama si accresce anche all’esterno del convento, molti la considerano santa (anche per la sua umiltà, lei infatti vorrebbe sfuggire a queste visioni, si isola completamente e s’infligge pesanti punizioni). Dopo una grave malattia, le visioni riprendono e la gente del popolo si accalca alle porte del convento chiedendo miracoli. Per aiutarla a superare le sue crisi mistiche le consorelle le avevano affiancato suor Bartolomea (Daphne Patakia), con lo scopo di vegliare su di lei. Nel 1619 appaiono le stimmate sul corpo di Benedetta con ferite profonde e dolorose come quelle subite da Gesù durante la crocifissione. Poco dopo mette in scena mistiche nozze con Cristo alla presenza delle sorelle della sua comunità.
Dopo questo evento il prevosto Stefano Cecchi, dirigente religioso di Pescia, viene incaricato di condurre un’indagine per determinare la veridicità delle visioni e delle stimmate di Benedetta. Ricordiamo che siamo in pieno clima di controriforma. Iniziano quindi ad arrivare visite di gendarmi pontifici, capitanati dal Nunzio Apostolico (Lambert Wilson), che iniziano ad interrogare le monache (evitando di parlare direttamente con Benedetta). Quando viene interrogata suor Bartolomea, questa confessa la passione morbosa che la lega a Benedetta, cosa che basta per inficiare tutta la vicenda, visioni comprese. Benedetta viene costretta ad abbandonare il titolo di badessa e rinchiusa per 35 anni in una piccola cella del convento. Il film però, forse sull’esempio dei “Demoni” di Ken Russell, sembra assegnare maggiori responsabilità, per la condanna della monaca, alle sue teorie spirituali e mistiche che non al suo comportamento sessuale (omosessualità che in effetti la Chiesa ha sempre preferito nascondere piuttosto che condannare, evitando il rischio della pubblicità indiretta).
Il film, secondo film francese del regista, è stato girato, oltre che in Francia, a Montepulciano, San Quirico D’Orcia e Perugia, sulla quale il regista ha dichiarato: “Gli edifici della città saranno la sede ideale del Nunzio apostolico chiamato a verificare il fatto che coinvolge le due donne, con i palazzi del Comune e della Cattedrale che si guardano, la Fontana al centro. Mostrerò Perugia in tutta la sua bellezza nel mio nuovo film”. Il film verrà distribuito nel 2019.
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