In questo film, che detiene il record assoluto degli Oscar (11), non abbiamo nessuna storia gay visibile anche se l’amicizia tra Ben-Hur (Charlton Heston) e Messala (Stephen Boyd) potrebbe lasciare intendere qualcosa di più (notate come si guardano quando brindano incrociando le braccia). In una intervista lo sceneggiatore Gore Vidal (che non appare nei crediti), ha detto che propose al regista Wyler “che Ben-Hur e Messala erano stati amanti durante la loro adolescenza e ora Messala era tornato a Roma con l’intenzione di riprendere quella storia, trovando però Ben Hur non più disponibile”. Avendo ottenuto l’approvazione di Wyler, Vidal informa della cosa Stephen Boyd, tenendo volutamente all’oscuro Charlton Heston. Appare così che l’interpretazione di Boyd sembra proprio quella di un amante respinto, come quando ad esempio piange e dice “C’è qualcosa di più triste di un amore non corrisposto?”. Il regista Wyler una volta ha detto: “Il più grosso errore che facemmo fu la storia d’amore. Se avessimo escluso completamente quella ragazza (Haya Harareet) e ci fossimo concentrati sui due uomini, ogni cosa sarebbe andata meglio”. Molti critici definiscono questo film come la più alta rappresentazione dell’omoerotismo e della relazione schiavo-padrone (L.A. Weekly: “…il sottotesto omoerotico del film ne rappresenta la migliore lettura”.
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Instancabile, meraviglioso ed epico. Tanti aggettivi per parlare di un film che ha davvero fatto la storia del cinema americano, per me, uno tra i migliori dell’epoca. Parlare di recitazione è improponibile, la trovo straordinaria, bellissime le ambientazioni e ammirevole la tanto famosa e acclamata sequenza delle bighe! Adoro Charlton Heston, grande attore e grande uomo.