Un film esuberante, sulla giovinezza e sui suoi dubbi con tre protagoniste diciassettenni alle prese con il primo amore e i primi problemi esistenziali: Angel, o Bu e Amy, le cui vicende sono raccontate in “ordine” poetico e non cronologico, attraverso frammenti di ricordi e vita quotidiana, da questo regista appena al secondo lungometraggio eppure già così pieno di talento. Una fotografia e un montaggio spettacolari, dove tutto è messo sullo stesso piano, proprio come nella vita degli adolescenti, in cui piccoli e grandi problemi sono livellati in un unico, drammatico, modo di percepire la vita. L’avere un padre alcolizzato capace solo di guardare alla finestra non sembra essere peggio del restare senza sigarette in questo puzzle in cui però, a poco a poco, tutti i tasselli, trovano il loro posto. (Togay 2009)
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