Il film può essere visto come un seguito del primo doc di Ingram, “Small Town Gay Bar”, questa volta orientato a scoprire il mondo degli ‘orsi’ gay, non solo in America, ma in Canada, Inghilterra e nel resto del mondo. Nel film ascoltiamo interviste a orsi famosi come Bob Mould (degli Hüsker Dü e Sugar fame) e l’orso onorario Kevin Smith (anche produttore esecutivo del film) ma soprattutto ad anonimi orsi che ci raccontano le loro storie sul primo coming out come omosessuali e sul secondo come cacciatori d’orsi. Ascoltiamo anche interviste a gente della strada che paragonano gli orsi gay ai veri orsi e su alcune magliette leggiamo frasi tipo “va bene che sono carnivoro perché mangio solo carne di animali gay”. In molti interventi si intuisce anche il disagio di certi orsi che si sentono considerati una minoranza nella minoranza. Molti esprimono comunque la gioia che hanno trovato o recuperato quando sono entrati a far parte di un gruppo di orsi. Queste comunità orsine, sparse ovunque nel mondo, si sono create un angolo di paradiso per se stesse, con tanto di riviste e convegni dedicati alla fisicità extra large e ad uno speciale stile di vita, fatto anche di coccole e tenerezze. Purtroppo al di fuori di queste comunità sopravvivono pregiudizi che dalla società arrivano fin dentro la comunità gay. Il film, che pecca solo di qualche ripetizione, è molto istruttivo per chi è fuori dall’ambiente e molto divertente per chi vi è dentro, e per tutti un utilissimo esercizio di apertura mentale.
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