Frankie è uno splendido adolescente che dice, quando glielo chiedono su una chat gay, di non conoscere ancora quali sono i suoi gusti sessuali. Di sicuro però gli piace farsi ammirare da maturi uomini gay (e anche da se stesso – vedi la scena iniziale davanti allo specchio – e naturalmente da noi). Sceglie uomini maturi, non perchè gerontofilo o quasi, ma semplicemente perchè così è sicuro di non incappare in qualcuno che possa avere agganci coi suoi amici etero. Con questi ultimi trascorre quasi tutte le sue giornate, passeggiando sul lungomare di Coney Island con Jesse (Anton Selyaninov), Nick (Frank Hakaj) e Alexei (David Ivanov), tutti “topi di spiaggia” in esibizione, mentre cerca d’evitare la preoccupata madre che sta assistendo il marito ricoverato, malato terminale di cancro. Cerca anche d’impegnarsi a corteggiare l’intelligente Simone (Madeline Weinstein), senza però offrirle il necessario, esibendo nel momento cruciale un fittizio dolore per il padre. Dovremmo essere ormai nell’era post-gay, ma Frankie ha ancora bisogno di nascondersi, ha paura. “Quando due donne escono allo scoperto sembra eccitante, quando lo fanno due uomini è solo gay” gli dice Simone. Così Frankie deve correre su due binari, la normalità etero e il desiderio omosessuale segreto. Ma mentre aumentano gli incontri gay su una spiaggia di battuage o in un motel e l’atteggiamento di Simone si fa sempre più diffidente, per Frankie è sempre più difficile restare in equilibrio. Ce ne accorgiamo nella sequenza della festa sulla barca dove dimostra la sua eccessiva indulgenza verso le droghe ricreative e soprattutto quando Frankie coinvolge i suoi amici nel cruising, sempre da velato, giustificandolo come un modo facile per ottenere droghe. Quando i suoi due mondi rischiano di collidere, non sarà difficile scivolare nella violenza…
Film premiato al Sundance come miglior regia e in diversi festival, opera seconda di una regista che sembra avere molto da dire e da dire bene, tra poesia (ottima fotografia che parte sempre dai corpi) e acuta analisi psicologica (ci sembra di entrare nell’anima dei personaggi, anche di quelli con poche battute a disposizione), con uno splendido e promettente attore esordiente, il ventenne Harris Dickinson, capace di vestire il suo atletico corpo di un desiderio sessuale e di una malinconia sfuggente che ci catturano in ogni momento, anche nei più violenti.
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Sta con amici bulletti assetati di sex (etero) & drugs, si fa pure la ragazza, ma cerca il sesso gay con uomini maturi, spaventato dal venire scoperto ma anche dallo scoprire la sua vera identità. Bellissimo film non solo per la capacità di indagare nei meandri di una psicologia adolescenziale fragile e in evoluzione, ma anche per la sensibilità (poco ‘americana’) di una regista che non si concede a scene trendy-choc, ma ricama una elegia poetica che si fonda su un’esemplare partitura dei corpi scrutati da una suggestiva fotografia digitale.
Film dimenticabile. La storia non c’è e non finisce, nessuna enfasi su nessuna scena, nessun momento intenso, generalmente noioso. Quasi non si sente quando parlano.
Bello il protagonista, bravino, gli altri attori insignificanti.
Non si trova in italiano, ma si trova sottotitolato.
Si può dedicare il tempo a fare altro.
Do 2 stelle invece di una solo per la scelta dei protagonisti, sexy all’inverosimile. Ma che noia, gia’ a tre quarti del film avevo capito come andava a finire. Tristezza, pessimismo….boh, ma nel 2020 abbiamo ancora bisogno di vedere sempre storie deprimenti?
Film interessante, non la solita romance. Attore bellissimo, meravigliosamente diretto e mostrato dalla regista. Consigliato
Frankie non potrebbe rappresentare meglio la tipologia del teenager teppista americano di periferia (in questo caso un sobborgo di Brooklyn, non certo la Brooklyn intellettuale ed artistica): indolente, sempre strafatto, senza un lavoro, impegnato a cercare denaro in maniera non esattamente legale, rapporto con la famiglia ridotto all’osso, soprattutto con il padre morente che vive in soggiorno in un letto prestato dall’ospedale.
Frakie ha però un segreto, tale anche con i suoi stessi amici, che paiono essere la sua vita: gli piacciono gli uomini-
Ok, nel 2017 non dovrebbe essere un problema, ma in quelle aree periferiche e soprattutto a quella giovane età, evidentemente lo è, perché Frankie sta insieme con una ragazza (che non riesce a scopare) e degli uomini che incontra di nascosto non ne parla con nessuno.
Splendida prova di Harris Dickinson, bellissimo e magnetico attore protagonista, che recita quasi solo con lo sguardo, dicendo pochissime battute, ma che rende perfettamente il personaggio di Frankie.
Siamo dalle parti di Larry Clark e Gus Van Sant, ma una inaspettata delicatezza lo rende originale. Brava la regista