In Iran l’omosessualità è illegale e punibile con la pena di morte. Tuttavia 25 anni fa l’Ayatollah Khomeini scrisse una fatwa che rendeva legale la transessualità permettendo il cambio di sesso (nessuna riga nel Corano proibisce questa operazione). L’operazione è difficile, anche brutale, dice un chirurgo nel film: bisogna rimuovere una sezione dell’intestino per modellare la vagina, in modo che sia potenzialmente lubrificata. Dopo l’operazione i pazienti ricevono un nuovo certificato di nascita con il nuovo genere. Il fatto grave che viene denunciato da questo premiato documentario è che molti gay iraniani ricorrono a questa operazione solo per poter amare liberamente il proprio fidanzato. Ma molti di questi vengono poi abbandonati dalle famiglie e dagli amanti e si ritrovano costretti alla prostituzione. Prima dell’operazione, un paziente dice espressamente che “se non vivessi in Iran, non penserei mai di cambiare l’opera di Dio”. Un’altro, abbandonato da tutti dopo essere stato operato e costretto all’esilio non riuscendo a trovare un posto nella società, dice “ho ucciso l’amore nella mia vita”.
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