I Bambini sanno

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I Bambini sanno

“Amore, sessualità, vita, morte, raccontati attraverso gli occhi, i volti e le voci di trentanove bambini tra i 9 e i 13 anni. Il nuovo film di Veltroni propone uno sguardo inedito, per raccontare la vita da un punto di vista puro, commovente e sincero, come solo quello dei bambini sa essere. Un’indagine che punta ad aggiornare il repertorio dei volti che compongono la nazione, a cogliere le nuove urgenze e che può contribuire a riflettere sulla nostra organizzazione sociale e familiare, mostrando le eccellenze e le contraddizioni del tempo presente. Allo stesso tempo è un lavoro cinematografico che fa sorridere, commuovere e che colpirà per la profondità, anche poetica, di molte risposte dei piccoli protagonisti. Trentanove bambini, dal nord al sud dell’italia, ognuno intervistato nella propria stanza: la descrivono, lasciando che gli oggetti, le foto, gli arredi raccontino il proprio essere. La telecamera, che documenta in presa diretta le loro testimonianze, diventa il mezzo per guardare il mondo con gli occhi dei più piccoli, capire il loro punto di vista sulle “cose dei grandi”, conoscere i loro progetti futuri, i loro sogni e la loro opinione sui grandi temi della vita: amore, famiglia, religione, sessualità. Un racconto da cui emergono le differenze tra le culture, le storie, e le origini di ognuno di loro.” (PressBook) Quasi disarmante l’intervista a Lisa Marie, undici anni. Le viene chiesto: Con chi è sposata la tua mamma? e lei sorridendo risponde: “Con mia mamma”, e tu come le chiami? “Mamma”. Com’è vivere in una famiglia così? Lisa, spalancando gli occhi, risponde. “Normale!”. Ti manca una figura paterna? “No, è uguale”. Hai mai dovuto spiegare la tua situazione ai compagni di scuola? “No, lo sanno fin dall’asilo”. Qualcuno t’ha mai presa in giro? “No, non c’è motivo”. Il film nel suo complesso è interessante per la varie situazioni marginali che racconta, peccato che risulti troppo didascalico e ripetitivo nel montaggio.

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NOTE DELL’AUTORE

Saint Exupéry sapeva la verità sulla vita e conosceva le vie, segrete e tenui, per parlare al cuore, alla fantasia, al cervello dei bambini. Negli anni sessanta, camminando per le strade del nostro paese, si poteva trovare un bambino, da zero ai quattordici anni , ogni quattro abitanti. OGGI CE N’È UNO OGNI OTTO, LA METÀ.
Un paese in cui spariscono i bambini è un paese senza fiducia, senza voglia di futuro, più conservatore. È anche un paese con meno fantasia. E con meno poesia. Con meno gioco. con meno ottimismo.
Ho cercato di raccontare, attraverso le voci di TRENTANOVE BAMBINI, il nostro tempo. Li ho interrogati sulla VITA, l’AMORE, le loro PASSIONI, il rapporto con DIO, sulla CRISI, la FAMIGLIA e sull’OMOSESSUALITÀ.
I bambini non sono delle strane creature alla quali rivolgersi con quel tono fintamente comprensivo che gli adulti usano per comunicare con loro. I BAMBINI HANNO UN LORO MONDO, un loro punto di vista, UNA LORO MERAVIGLIOSA SINCERITÀ. Hanno desideri ancora non frustrati , hanno paure, hanno già piccole ferite. Hanno pensieri grandi, svincolati dalla fatica del quotidiano. Hanno una idea del tempo e una concezione particolare dello spazio. HANNO LA LORO STANZA E IL MONDO, che squaderna febbrilmente meraviglie e orrori attraverso la rete e li attrae nelle une e negli altri. Hanno una idea dei grandi e dei rapporti che gli adulti stabiliscono tra loro. Hanno uno SGUARDO POETICO e imprevedibile con il quale vestono i loro pensieri, quelli che fanno, a lungo e in profondità, su ogni cosa accada o li riguardi. I grandi spesso non hanno voglia di ascoltare questi pensieri, impegnati come sono nella frettolosa consumazione di tempo e senso. Questo film racconta come i nostri bambini , tra gli otto e i tredici anni, osservano e giudicano l’Italia, la loro vita, i grandi, il futuro. (W.V.)

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