Cinque minuti di applausi hanno accolto al Noga Hilton il più bel film gay presentato finora [Cannes 2007], Avant que j’oublie (Prima di dimenticare) di Jacques Nolot. Il regista francese del pluripremiato La chatte à deux têtes era presente in sala e ha introdotto la sua opera spiegando che si è trattato di un film «non facile, realizzato in soli 24 giorni: per questo ringrazio tutti quelli che vi hanno collaborato». Avant que j’oublie racconta la quotidianità di uno scrittore cinquantottenne omosessuale sieropositivo e in crisi creativa: la sua amicizia con un coetaneo, i rapporti prezzolati con giovani prostituti reclutati a Pigalle, le visite da uno psicologo. Con un’ironia tagliente che strappa spesso la risata (racconta persino di Roland Barthes che lo definiva “semanticamente una troia” e andava a ragazzi con lui nei bagni pubblici), Nolot realizza un ritratto malinconico ma mai compiaciuto su una generazione falcidiata dal dramma dell’Aids, sull’importanza dell’amicizia, sulla necessità di garantirsi una sicurezza economica per il futuro. Nella scena più comica, durante un rapporto passivo con uno gigolò che vuole penetrarlo ex abrupto, il protagonista utilizza il lubrificante come se fosse gel per capelli. Memorabile il bellissimo finale en travesti. Avant que j’oublie è destinato a entrare di diritto nella storia del cinema queer e a tutt’oggi rappresenta uno dei migliori titoli sulla terza età mai realizzati. (R. Schinardi su Gay.it)
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