“Artù, piccola stella a sinistra, dall’altro lato di un cielo che è in ogni direzione:
portaci da te, ché anche tu appartieni a noi, esseri umani da orientare verso la propria umanità” – I piccoli giorni di Artù sono fatti di piccole cose, di giochi e di sorrisi. Il suo mondo è tutto il mondo e le sue due mamme lo curano, lo coccolano, lo tutelano, si formano, per lui, si informano, attive nell’impegno, attente e colme d’amore per il loro bambino, voluto con tutte le loro forze, ma pur sempre esseri umani che sbagliano, anche. Un transito in una realtà attraverso il punto di vista di un protagonista senza filtri, la realtà di una famiglia “Omogenitoriale”, per caso e caso estremo, vista da un “terzo occhio”, quello “fuori” dalle questioni ideologiche, politiche, puntando l’attenzione sulla quotidianità che rende la vita “normalità”. L’estremo caso in cui si evidenzia, come sempre, l’errore che si può tingere di orrore. Un occhio, più lieve possibile, ma anche crudo, sulla normalità dei campi di battaglia, normalità alla conquista di normativa. (Vulcano Prod.)
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