Valle di Arratia, agosto 1991. Ander, un fattore sulla quarantina, vive con sua sorella Arantxa e la sua vecchia madre in una remota parte della rurale Basque Country. La sua è una vita monotona, riempita solo dal lavoro in fattoria e da un impiego presso la locale industria di biciclette. Non ci vorrà molto perchè Arantxa si sposi e vada via di casa e così Ander si ritrova da solo a dover badare alla loro testarda madre. Un giorno Ander ha un incidente e si rompe la gamba,che resterà ingessata per due mesi. Contro i desideri della madre, la famiglia decide di assumere un immigrato peruviano, José, perchè l’aiuti in casa e nel lavoro. Il nuovo arrivato influenza le relazioni interpersonali all’interno della famiglia. L’anziana donna, che biascica solo qualche parola di spagnolo, si rifiuta di comunicare con José, ma Arantxa e Ander presto riescono a impararlo molto bene. I due uomini, in particolare, diventano molto amici. Dopo aver partecipato all’addio al celibato del fidanzato di Arantxa, i due uomini concludono la serata andando a letto con una prostituta, Reme. Reme viene dalla Galizia. E’ una madre single piuttosto estranea all’ambiente, il che fa sì che lei e José leghino molto. Senza rendersene conto, Ander comincia a sua volta a cercare sempre più spesso la compagnia di José. Quando lo invita al matrimonio di Arantxa, lo scontro con la madre è piuttosto serio. Così, inaspettatamente, avviene un incontro sessuale fra i due uomini… (Berlinale 2009, tr. G.B.)
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bel film, anche se forse troppo lungo e a tratti noioso, il che rende la sua lentezza (di per se in generale un pregio) qui a volte un difetto.. cmq bello. sono rimasto affascinato dai dialoghi in basco (cosa che esula dal film), che per la prima volta ho sentito parlare estesamente (deformazione professionale di letterato/linguista :P). a prima vista mi hanno sconcertato le caratteristiche dei due protagonisti, così lontani da qualsiasi cliché.. ma ovviamente questo è un ulteriore pregio. concludo rispondendo a chi in qualche commento precedente affermava l’irrealismo della scena di sesso nel bagno durante il matrimonio: non è irrealistica per niente, un mio amico ha fatto sesso per la prima volta, da adolescente, proprio nel bagno di un ristorante nel corso di un matrimonio! infatti vedendo la scena non ho potuto fare a meno di sorridere, anche se in se e per se non c’era proprio nulla di divertente..
Diciamo che la storia non è male, solo che trovo eccessivo i 120minuti, si poteva far di meglio tagliando delle scene poco importanti e, soprattutto, noioso. La storia non mi è dispiaciuta, carino.
Grazie Teo!
Un amore gay ambientato tra i monti, dove il tempo sembra si sia fermato agli inizi del novecento. Solo il lavoro in fabbrica rompe lo stretto legame tra gli abitanti e la natura che li circonda. I giorni si susseguono tutti uguali fino a quando, per Ander, giunge il principe azzurro mai cercato. Morale della favola: inutile girare il mondo, se amore dev’essere, sarà l’amore a trovarti. Alla faccia dei social network.
Devo dire purtroppo che il film risente di una durata eccessiva. Una mezz’oretta in meno e sarebbe stato perfetto. Rimane comunque una piacevole storia d’amore.
Da ricordare la scena del primo rapporto sessuale tra i due protagonisti. Sotto la luna in una notte d’estate per continuare fino all’alba a baciarsi nel prato? No… un’inchiappettata di un minuto e mezzo nel gabinetto di un ristorante, seguita da una super vomitata. Quanta poesia…:)
Bel film , da vedere , non la solita storia di ragazzotti fisicati
Stupendo, davvero vedetelo.
Davvero un film come se ne vedono pochi sulle nostre tematiche. Notevole la capacità di reneere con compostezza, dignità e senza didascalismi l’amore in una terra di confine. Non solo l’amore tra i protagonisti gay, ma anche quello che lega l’amico della madre alla madre e l’amica prostituta al marito. Questa capacità di rendere la complessità dei rapporti nella parsimonia del ‘detto’ lo accomuna a un altro film basco “80 Egunean”, vincitore dell’ultimo festival MIX
Bello e da vedere!Essenziale, realistico e senza nessuna esagerazione tipico dei film melò!Raccontando la vita campestre, il film sembra essere scandito davvero dai tempi di ki lavora la terra!La sua lentezza non è gratuita, ma spiega bene l’evolversi dei sentimenti “interni” d tutti i personaggi, i quali, anche quelli “minori”, sono tratteggiati in maniera approfondita e mai banale!La “normalità” fisica e morale è la qualità più alta di questo film.
bello, mi è piaciuto.
o potuto finamente godermi il film grazie a teo
ma scusate,dove sarebbe uscito questo film che lo avete già commentato.Io ho letto un prossimamente sulla queerframe, ma non c’è ancora.
Il film sconta, a tratti, la sua lunghezza. Sebbene riconosco al regista di saper lavorare sui fuori campo come pochi (non di rado la scena rimane vuota per ‘filmare’ idealmente ciò che lo spettatore non vede), una maggiore stringatezza non sarebbe guastata (ammetto che ad un certo punto stavo perdendo interesse). Tuttavia gli attori sono tutti straordinari (con in cima Mamen Rivera) e la storia è realmete sentita da ciascuno di loro.
A margine devo tristemente ammettere che se “La storia ha stregato letteralmente la giuria perchè non ha messo in scena il classico clichè dell’omosessuale mondano, dedito solo alla cura del corpo” è segno che il mondo omosessuale stesso non si rende conto che all’80% la gente gay è così.
Un’occhiata la merita.
Bellissimo film, la sua forza è la semplicità e la sincerità. I personaggi, anche quelli di contorno, sono tutti perfettamente caratterizzati. Finalmente un film fuori dai soliti schemi. Mi ha solo un po’ deluso la scena di sesso, un po’ troppo improvvisa e irrealistica.
Bello, strano rapporto che comunque si sviluppa in una bella storia! Tra l’altro si è aggiudicato il prestigioso Festival Mix Milano 2010, rassegna cinematografica che premia i migliori lungometraggi dell’anno. Cito: “La storia ha stregato letteralmente la giuria perchè non ha messo in scena il classico clichè dell’omosessuale mondano, dedito solo alla cura del corpo”