Claudia (Lucia Mascino) e Flavio (Thomas Trabacchi) si sono amati, a lungo e con grande passione. Poi tutto è finito e per lei non è stato facile. Dopo tanti anni il loro è un mondo alla deriva, come un’isola. Lui ha dentro la furia di andare avanti, tornare a terra; lei non vorrebbe dimenticare mai. Una commedia sentimentale che racconta con ironia e lucidità una storia d’amore che non sa stare al mondo, il modo in cui le donne ne affrontano la fine e un nuovo inizio… Non è uno dei migliori film della brava regista, probabilmente per una trama difficile da digerire (non si capisce bene perchè due persone così diverse si siano messe insieme), ma il film regge e si lascia guardare con interesse soprattutto grazie ad una sempre più brava protagonista (Lucia Mascino, che abbiamo imparato ad amare dai tempi di “Un altro pianeta”). Non sappiamo se era nelle intenzioni della regista, anche autrice del romanzo da cui il film è tratto, ma la figura della protagonista femminile, così riccamente delineata, ci resta comunque ostica (quasi antipatica) dall’inizio alla fine, mentre il personaggio maschile, forse perchè assai meno complicato e più diretto, attira la nostra simpatia. Anche la storia omosessuale ci sembra poco credibile, in quanto ci viene raccontata come la quasi magica soluzione di un dolore, di una storia d’amore etero ormai finita e che non vuole cicatrizzarsi. Una genesi che ci sembra fuori dalla realtà e assai artificiosa. La regista, presenta così questo suo film: “Con questo film ho cercato di raccontare con gioia e allegria un disordine amoroso e un dolore, perché quando si soffre per amore, quando si cercano le parole per rovesciare l’assetto delle cose, quando ci si lancia come delle Don Chisciotte impazzite contro la fine degli amori, si è disperate ma anche molto buffe. Ho cercato di creare un personaggio femminile non vittima, seppure sofferente, un personaggio irritante e tenero, scomodo, combattivo. Con lei, intorno a lei, tanti altri personaggi femminili, tasselli di uno stesso mosaico, donne che cercano un altro modo possibile di stare al mondo. In mezzo un uomo, affascinante, che sembra vicino, vicinissimo, ma è ancora lontano: troppo impaurito, troppo guardingo di fronte a tanto disordine e a tanto cercare. Ho voluto molto ardentemente fare questo film, perché credo sia una delle grandi utopie del nostro tempo quella che si nasconde dietro tutto questo disordine. C’è un tesoro nascosto dentro quel rincorrersi, dentro tante incomprensioni, tante belligeranti nottate: un modo differente per gli uomini e le donne di stare assieme senza pagare il prezzo, ormai irricevibile eppure ancora moneta corrente, del silenzio delle une e del dominio degli altri”.
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Ero in cerca di film che parlassero d’amore e ho trovato questo titolo che , tra riflessioni e situazioni quotidiane, parla della fine di una relazione uomo – donna e delle conseguenze con liberazione finale specie da parte di lei.
La passione tra la protagonista e la sua studentessa non viene molto spiegata ma la si puó leggere in ottiche diverse sia di orientamento sessuale, generazioni che maturità psichica. Il difetto sta comunque in una visione del rapporto uomo – donna conflittuale e il femminile leso da esso. Voto: 6.
Flavio, non Claudio*
Chissà se il romanzo è meglio, in ogni caso non lo leggerò ormai. Un film insulso che ha il grande difetto di mostrare una protagonista troppo sopra le righe e dunque ridicola, oltre che antipatica. Per me è antipatico anche Claudio, tutto centrato intorno al suo fallo, tipica rappresentazione del maschio superficiale e incostante. La storia d’amore lesbica direi che è quasi offensiva, non si capisce nemmeno se e come finirà. Grande delusione