Un amore di Swann

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Un amore di Swann

Brutta trascrizione cinematografica del romanzo di Proust, tutta centrata a valorizzare superficialmente un formidabile cast di attori e per niente interessata ad indagare i meandri dei sentimenti e delle psicologie che Proust ha raffigurato così bene. Anche il finale risulta quasi inspiegabile (perché Charlus non ama più Odette? Perché è distrutto e insoddisfatto della sua vita?) tanto da sembrare parte di un altro film che purtroppo non abbiamo visto. Molto più interessante la trscrizione cinematografica di Ruiz del 1999.

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Parigi, fine ‘800. ” giorno fatto. Charles Swann è svegliato delicatamente dal suo maggiordomo, si sottopone a una raffinata toelette, si veste con meticolosa cura e – accompagnato dall’amico barone de Charlus, un elegante libertino – si reca in carrozza dal duca di Guermantes, che, per la nota competenza d’arte di Swann, l’ha pregato di fargli la perizia di una quadro d’autore di recente acquisto. Mentre attraversano le sontuose sale di palazzo Guermantes, il duca ricorda a Swann le sue origini semitiche e lo ammonisce che, sposando Odette de Crècy, metterebbe in serio pericolo la propria posizione sociale. Da questa specie di prologo si snoda il racconto di “un amore di Swann” per Odette, bella donna di mondo che gli è stata presentata in un ricevimento, la quale dapprima lo incuriosisce, successivamente lo cattura via via col suo fascino malioso, lo introduce nel salotto dei Verdurin – nobili “arrivati” di serie B – e infine lo ignora con raffinata determinazione, scatenandone la gelosia, fino a ridurlo a un nevrotico quanto vano inseguirla, sempre più maliziosamente sfuggente. Dopo di che, in una specie di epilogo, veniamo a conoscere che Swann l’ha sposata, ma non l’ama più, e si trova, invecchiato e distrutto, emarginato dal bel mondo che sdegna, a discorrere con Charlus, sulla panchina di un viale, del loro comune fallimento e della morte.

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