I sei ex membri di un gruppo universitario di cabaret si ritrovano nella splendida casa di campagna di uno di loro, per festeggiare il capodanno ’92: un weekend scandito da problemi, insofferenze e incomprensioni a cui sembra superiore solo Peter (K.Branagh), e alla fine si capirà perché. É un’acida commedia di precisione, una sorta di “Il grande freddo” girato dieci anni dopo, teatrale nell’impianto ma vivace e spigliata nel ritmo fino al sorprendente e malinconico finale. Ottima la sceneggiatura, cosparsa di battute memorabili servite da uno splendido manipolo di attori. L’omosessualità del protagonista non viene mai dichiarata.
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Un po’ diversamente da quanto detto nel “flash” introduttivo della scheda, l’omosessualità del protagonista non viene mai dichiarata perché… Peter si dichiara bisessuale, anche se contraddittoriamente(quando Marge tenta, invano, di sedurlo, Peter le dice di non essere molto “in the vagina’s business”: un understatement molto, molto British!).