Frédéric Delamont, industriale di successo e uomo raffinato, propone a Nicolas Rivière, un giovane cameriere, di diventare il suo “assaggiatore” personale. La relazione professionale insolita ma apparentemente innocua fra i due si trasformerà ben presto in un gioco pericoloso. Una storia di manipolazione, di desideri celati e oscure ossessioni. L’ambiguità del rapporto tra i due protagonisti è molto più vicino ad una passione omosessuale repressa che ad un legame tra vittima e carnefice. Il film, vagamente “chabroliano” nell’orchestrazione noir, è tratto da un romanzo di Philippe Balland e sceneggiato da Gilles Taurand, autore che vanta anni di sodalizio artistico con André Téchiné. Suo lo script del bellissimo Les Roseaux sauvages, ma anche del sofisticato Le Temps retrouvé, regia di Raul Ruiz.
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Adoro l’apparente freddezza di Bernard Giraudeau, già visto in Gocce d’acqua su pietre roventi di Ozon, sempre nel ruolo di un sadico manipolatore
Un famoso industriale assume un cuoco come suo assaggiatore; man mano che passano i mesi e le settimane il loro rapporto diventa sempre più di dipendenza reciproca. Tra loro nasce uyn rapporto di amore/odio. L’industriale proverà a spezzare la catena, ma sarà anche quello che vottà riallacciare il rapporto. L’assaggiatore nonostante tutto non saprà fare a meno di lui …