Film indipendente italiano, toccante e sincero, socialmente impegnato, che ha partecipato a decine di festival internazionali ma che purtroppo è passato quasi inosservato nel nostro Paese. Scritto diretto e interpretato da un bravissimo Fabio Massa (autore di diversi corti premiati anche a Cannes), che l’ha anche prodotto insieme all’attrice Martina Liberti. Tra i protagonisti segnaliamo Cristina Donadio, la Scianel di “Gomorra la serie”, qui nel ruolo dell’amorevole madre del protagonista, Pietro De Silva (La vita è bella, L’ora di religione, Anche libero va bene), Mohamed Zouaoui (vincitore del Globo d’oro come rivelazione nel 2011 per I fiori di Kirkuk), Ivan Bacchi (uno dei volti del cinema di Ferzan Ozpetek) e Martina Liberti (Mozzarella Stories, Un Posto al sole). Il film è una parabola esistenziale che si svolge tra l’Africa e l’Italia, una storia d’amore e sentimenti che si accompagna al racconto di una malattia che sconvolge la vita di Lorenzo (Fabio Massa), un trentenne omosessuale che lavora in un’associazione che si occupa di insegnare ai bambini disagiati. Quando Lorenzo riesce finalmente a coronare il suo sogno di insegnare in Africa succederà l’imprevedibile e sarà costretto a tornare in Italia a causa di un melanoma in fase avanzata che metterà in discussione il rapporto con la famiglia (il padre omofobo), le amicizie, il suo fidanzato Fulvio (Ivan Bacchi). Fabio Massa, a proposito della storia omosessuale del film, ha detto che questa è stata “accolta molto bene dal pubblico, anche quello formato da bambini, che si sono rivelati molto maturi, comprendendo che l’amore è unico e può esistere anche tra due uomini”. Il film, migliore nella prima parte (nella seconda è un po’ troppo melodrammatico, stile televisione), ci manda un messaggio chiaro e inconfutabile: quello che conta nella vita, al di là di sogni, speranze e aspettative, è quanto abbiamo amato.
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