“Les Adieux a La Reine è una visione sui generis del fatto storico: trasposizione dell’omonimo romanzo di Chantal Thomas, che vinse l’edizione 2002 del premio letterario francese Prix Femina (il nome, piuttosto esplicativo, non necessita di particolari spiegazioni), il film è visto prettamente con gli occhi della lettrice di corte di Maria Antonietta, Sidonie Laborde (interpretata da una Lea Seydoux ad altissimo tasso erotico, tanto da sfoggiare un nudo integrale verso la fine della pellicola), testimone della crescente tensione vissuta dagli abitanti di Versailles man mano che le notizie fuori da palazzo si fanno più preoccupanti. Ed è un mondo, quello del film, squisitamente femminile. Les Adieux a La Reine – recensione – Cinema Il film è una gioia per gli occhi (non a caso i tre Cesar 2013 vinti sono arrivati grazie a fotografia, costumi e scenografia) e il cast è di spessore: oltre alla già citata Seydoux, che rende alla perfezione l’umiltà e allo stesso i conflitti interiori del suo personaggio, spicca Diane Kruger, che di Maria Antonietta dà un’interpretazione dolorosa, profonda, tridimensionale.
E a colpire, aldilà della resa tecnica cristallina, è proprio il sottilissimo intreccio interpersonale/amoroso tra i personaggi, con il triangolo di confidenze e sentimenti repressi tra la regina, la lettrice (che per amore della sua sovrana accetterà il prezzo più alto, quello dell’annullamento) e la duchessa di Polignac, da Maria Antonietta amata e salvata, sebbene sarà un addio salutato da sole sconfitte.
La pellicola inizia con lo scoccare di un orologio e il film scivola testimone della dissipazione, umana ancor prima che politica, del luogo Versailles.
Il confronto con la Marie Antoinette della Coppola è tanto immediato e ovvio quanto evanescente: le letture del soggetto, entrambe valide e interessanti, sono troppo diverse per poter effettivamente essere accostate, tanto che si potrebbe dire che aldilà del soggetto stesso nulla vi sia di davvero uguale.
Les Adieux a La Reine è un dramma storico di pregevolissimo livello tecnico, impreziosito da uno spessore umano dei personaggi (con il tema dell’omosessualità imperante a corte) non trascurabile e da una visione insolita dell’evento storico della presa della Bastiglia. Bravissime le due protagoniste, Diane Kruger e Lea Seydoux.” (Riccardo Nuziale, Everyreye.it)
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