Varie
In un’isola selvaggia sorge un penitenziario femminile, diretto da una spietata aguzzina, Telma Diaz, tanto disumana con le prigioniere, quanto ben disposta, per compiacere il disonesto governatore e ottenere la sua complicità, a costringere le più giovani e belle ad avere dei rapporti sessuali con questi. Le cose, per i due corrotti funzionari, sembrano tuttavia volgere al peggio allorché, in seguito alla morte di alcune detenute, dovuta ai maltrattamenti e alla mancanza di cure mediche, il ministero decide di inviare al penitenziario un’ispettrice, nella persona della signorina Carol. Per quanto giovane e inesperta, costei riesce a migliorare le condizioni di vita delle prigioniere, ma senza ottenere la loro gratitudine, mentre, per liberarsi di lei, Telma e il governatore l’accusano presso i superiori di eccessivo, equivoco interesse per una detenuta. Una notte, approfittando della mancanza di sorveglianti esterne, voluta da Carol, tre ragazze evadono, ma, dopo una estenuante fuga nella giungla, vengono aggredite da un gruppo di forzati, evasi da un altro penitenziario, e costrette a tornare indietro. Una di loro muore e le altre due vengono riprese. Mentre Telma e il governatore – ai quali l’evasione ha offerto un ottimo pretesto per fare allontanare Carol – ripristinano nel carcere le condizioni precedenti il suo arrivo, l’ispettrice sconfitta abbandona per sempre l’isola, sotto lo sguardo sprezzante delle detenute. (cinematografo.it)
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CRITICA:
“… Prima incursione del regista iberico nel filone delle “donne in prigione”: ma nonostante il tema, c’è ben poco che possa sollecitare i palati pruriginosi (almeno nella versione italiana, in cui l’esibizione della Neri in un night e alcune scene di amore saffico tra le prigioniere sono state rimpiazzate da un lungo e tedioso flashback). Lom ce la mette tutta, nonostante le battute demenziali che gli mette in bocca la scombinata sceneggiatura di Xavier Pérez Grobet. Franco è uno dei violentatori di Marie (Rohm) in un’altra sequenza assente dall’edizione italiana.” (Paolo Mereghetti)
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da Wikipedia:
99 Women è un film del 1968 diretto da Jesús Franco e distribuito in Italia con il titolo 99 donne.
Rientra nel sottogenere cinematografico noto come “women in prison film”, alla cui affermazione contribuì in misura significativa, ottenendo un successo straordinario quanto inatteso che per qualche tempo lo portò in cima alle classifiche dei botteghini negli USA.
Diversamente da gran parte degli Women in Prison (anche di quelli girati nel decennio successivo dallo stesso Franco) 99 Women è un film di impronta classica in tutti i suoi elementi: dalla fotografia alla colonna sonora, dall’arredamento alla recitazione.
Come spesso accade nei film di Franco, la musica ha un ruolo essenziale. In special modo nei due estesi flash-back (l’incubo di Maria e lo spettacolo di Zoe al night-club) e nella scena di amore lesbico tra le due prigioniere. La partitura di Bruno Nicolai, recentemente pubblicata in CD, punta sull’elemento lirico e affida al sassofono il ruolo di strumento guida.
Il cast
Nel cast spiccano tre grandi nomi del cinema internazionale: Herbert Lom e Mercedes McCambridge, che interpretano la coppia degli aguzzini che governano la prigione femminile, e Maria Schell, che incarna il volto umano della legge: l’ispettrice ministeriale venuta a controllare la gestione del carcere.
La parte della protagonista è sostenuta da Maria Rohm, compagna del produttore Harry Alan Towers. Bellezza angelica ma espressiva, la giovane attrice austriaca si trova perfettamente a suo agio nel ruolo della vittima predestinata.
Nel gruppo delle prigioniere emerge prepotentemente la complessa figura di Zoe, non necessaria alla trama, ma interpretata con straordinaria intensità da un’affascinante Rosalba Neri.
Le versioni
Nato come coproduzione tra Gran Bretagna, Germania, Italia e Spagna, 99 Women è stato distribuito in numerosi paesi con titoli diversi e diversamente montato.
La versione in lingua inglese, 99 Women, fu riedita negli Stati Uniti e benché sia stata recentemente pubblicata in DVD come Director’s Cut, è molto lontana dal montaggio originale. Oltre a numerosi tagli e ad un curioso errore di montaggio, contiene lo spostamento della scena dell’incubo a rappresentazione visiva del racconto di Maria all’ispettrice, a dispetto del suo carattere onirico.
Sempre negli Stati Uniti, il film fu ridistribuito per il mercato televisivo col titolo di Island of Despair, sostituendo il flash-back di Zoe e altri episodi digressivi con scena non girate da Franco e interpretate da altri attori.
In Germania fu distribuito come Der Heisse Tod, in una versione tagliata ma più lunga di quella inglese e con l’incubo di Maria in posizione corretta.
La versione italiana, 99 donne, sembra essere tra le più lunghe, ma è l’unica a non essere mai stata realizzata in video o in DVD.
La più aberrante tra le versioni è quella francese, intitolata Les Brûlantes e distribuita nel 1973 da Robert de Nesle, con inserti hardcore di infima fattura. Questa versione è stata pubblicata in DVD negli Stati Uniti da Blue Underground senza segnalare che gli inserti non avevano nulla a che fare con il film originale e col regista spagnolo.
La versione spagnola, 99 mujeres, ha subito l’inevitabile intervento della censura, che ne eliminò tutte le sequenze erotiche, impose la modifica di alcuni dialoghi e un nuovo finale nel quale si profilasse il trionfo della giustizia. Per ironia della sorte, le scelte censorie furono effettuate da un ex attore di Jess Franco, Marcelo Arroita Járegui, già tra i protagonisti di El secreto del Doctor Orloff.
È stato recentemente ritrovato in Germania un negativo senza banda sonora di una versione lunga 105 minuti, che si può considerare la più vicina all’intenzione di Franco. È l’unica che contiene l’incubo di Maria in versione integrale, incluso un breve cameo del regista.
Altre edizioni DVD
Gran Bretagna, Redemption Films, 11 giugno 2007
Spagna, Suevia, 11 luglio 2007
Curiosità
Verso la fine della lavorazione, il coproduttore italiano impose l’aggiunta al cast di una popolare attrice italiana, Luciana Paluzzi. In realtà il suo personaggio muore dopo pochi minuti, ma anche quelle poche scene consistono solo in primi piani, mentre nell’unico campo largo, fuori dalla prigione, appare un’altra attrice.
La versione che si trova è quella con inserti hardcore di infima fattura, che nulla hanno a che fare con il film.. Sono stati messi nel montaggio, non si capisce perché