Primo film a tematica LGBT prodotto in Slovenia, premiato al Miskolc International Film Festival e Premio della Critica e del Pubblico al Slovene Film Festival, ottimo debutto alla regia di Darko Stante che è riuscito a far circolare il suo bel film in tutte le sale del Paese (che ricordiamo non è omofobo ed è sicuramente capofila dei diritti LGBT nell’est europeo), portando il cinema sloveno a livello internazionale. E’ l’emozionante ritratto dell’angoscia adolescenziale e della mascolinità tossica che governa un gruppo di giovani che si dimenano tra violenza, droga e microcriminalità all’interno di un centro di detenzione. Il film è pervaso da un intenso omoerotismo che ci lascia sempre in attesa del peggio o del meglio che potrebbe accadere.
Andrej (Matej Zemljic) è un 18enne che viene mandato in un centro di correzione giovanile, con grande sollievo dei suoi genitori, dopo vari episodi delinquenziali culminati nelle percosse ad una donna con la quale si era ritirato in una camera durante una festa senza riuscire ad eccitarsi, causando inopportuni commenti sulla sua virilità. Nel centro deve vedersela con gli altri detenuti, tutti pronti a gareggiare per mettersi in evidenza, come Zeljko (Timon Sturbej), il capo banda, che cerca ogni scusa per mettersi in conflitto con chiunque. Mentre Andrej cerca di reprimere i suoi sentimenti per il bel Zeliko, questi, verificata in palestra l’abilità ginnica di Andrej, decide di arruolarlo nella sua banda. Dopo la conclusione di un violento furto Andrej palesa la sua omosessualità a Zeliko che ha una reazione inaspettata. La loro storia deve rimanere segreta ma il problema è quanto sia vera l’attrazione di Zeljko o sia solo un escamotage per sfruttare quella di Andrej, sicuramente vera ed intensa, a suo vantaggio. Mentre le imprese micro-criminali aumentano, Andrej si trova come stregato in una situazione sempre più precaria e pericolosa.
Il film potrebbe ricordare un po il bellissimo “Beach Rats” ma qui abbiamo qualcosa di più, sia come complessità della vicenda che come indagine psicologica, a partire dalle colpe dei genitori e della società (il centro di rieducazione, dal quale entrano ed escono quando vogliono, sembra svolgere un compito opposto) fino allo scontro-incontro tra omo ed etero sessualità all’interno di un microcosmo tutto maschile (c’è anche una donna ma vien messa sempre ai margini), dove si mescolano curiosità, insulti e omoerotismo, almeno a livello visuale. I due protagonisti, interpretati da due attori magnifici, capaci di parlare anche in silenzio, sono entrambi due uomini sensibili ed emotivi imbarcati purtroppo in una vita di violenza ed esteriorità, che sicuramente è per loro ancora più dolorosa.
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