11 donne, tutte diverse tra loro, vivono a Parigi. Madri di famiglia, donne d’affari, amiche, single o sposate, nello svolgersi della loro quotidianità hanno modo di incontrarsi, conoscersi e sfiorarsi attraverso una serie di situazioni spesso inattese e paradossali. C’e’ Rose, manager con un eccesso di testosterone e di solitudine. C’e’ la sua vessata assistente Adeline che ha un difficile passato di cui si occupa l’avvocato Agathe che soffre di disturbi intestinali ogni volta che le interessa un uomo. C’e’ pero’ chi la comprende, la sua amica Jo che alterna periodi ad alto tasso erotico con altri in caduta libera e che ora ha una relazione con un uomo sposato la cui moglie non e’ cosi’ remissiva come avrebbe potuto sembrare. Costei lavora per Lily, una stilista che non accetta che gli anni passino anche per lei. Per Lily lavora anche il marito di Ysis la quale, madre di quattro figli si innamora di Marie, proprietaria di un’agenzia di babysitter. Lily ha una sorella ipocondriaca e un’impiegata piuttosto pettegola che nasconde un segreto. C’e’ poi, per finire, Fanny una conducente di autobus che, grazie a una botta in testa, riscopre la propria sessualita’. Tutte queste donne sono caratterizzate da un solo problema, che le identifica e limita nello stesso tempo, riducendole a semplici marionette. Ugualmente gli uomini, che per fortuna rimangono sullo sfondo. Il problema di tutte sembra essere, in un modo e nell’altro, quello del sesso, che non è mai abbastanza per alcune, evitato ma desiderato per altre, sconosciuto e misterioso solo per una di loro. Si parla di femminismo e di libertà sessuale, ma in un modo che suona del tutto falso, superficiale, stereotipato. Alcune attrici sono bravine, ma altre sembrano fuori parte (vedi Adjani), quasi costrette a recitare (vedi Casta). Il film dovrebbe farci ridere, qualche battuta è carina, ma complessivamente ci si annoia. 11 protagoniste sono veramente troppe da poter seguire. L’intento delle autrici era forse quello di rappresentare nel modo più completo l’universo femminile, ma invece non si riesce ad entrare nell’universo di nessuna, perchè nessuna va oltre l’handicap che la definisce e limita. Diciamo handicap perché nessun problema viene indagato o spiegato e tutto si ferma al livello di uno schetch inutilmente ripetuto. La storia lesbica, che funziona un po’ come colonna portante dell’insieme (infatti il film inizia e finisce con questa protagonista), è, più che assurdo, pieno di stereotipi. Abbiamo una moglie che viene regolarmente soddisfatta dal marito, madre di ben quattro figli, che un giorno sente di nascosto la baby-sitter parlare di sesso lesbico, e, come illuminata sulla via di Damasco, la insegue e le ruba un bacio sulla bocca. Nasce quindi una relazione segreta (ma la compagna vorrebbe che tutto fosse alla luce del sole) con incontri sessuali che danno ad entrambe la massima soddisfazione (“non sapevo che avrei potuto godere così tanto…”). Non possiamo dirvi come la storia prosegue ma sicuramente avrete già intuito tutto. Film come questi, senz’anima, lasciano il tempo che trovano quando non messaggiano palesi falsità, fortunatamente anche queste senza nessuna spiegazione.
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