I commenti degli utenti

  1. L' Altra metà dell'amore
    Roby

    Dopo aver visto questo film mi sono innamorata di una ragazza. Dopo aver visto questo film ho accettato la mia omosessualità. Dopo aver pianto su questo film e sul mio amore respinto ho ripreso a scrivere poesia e non ho più avuto paura di amare. Ora so che esiste qualcosa di più forte e coraggioso che morire per amore. E’ continuare a vivere nel ricordo degli amori perduti e mai vissuti, consapevoli del proprio dolore, forti della propria verità.

  2. Velvet Goldmine
    hsc

    Colonna sonora,trama,scenografia,costumi…velvet goldmine ha tutto…Cinvolge in maniera spaventosa…fa venire la pelle d’oca,fa piangere,fa sorridere…che posso dire di piu’?è semplicemente meraviglioso…il mio preferito

  3. Le Clan
    max rimini 30/07/07

    un buon film, ma da un film vietato a minori di 18/anni ci si aspettava delle scene di sesso espilicito, bravo stefan rideau.

  4. + SI @FF
    alfian

    i dont have inserisci

  5. + SI @FF
    alfian

    sure,i love gay

  6. + SI @FF
    alfian

    i like because i gay.

  7. + SI @FF
    alfian

    oh very good i like the film

  8. + SI @FF
    alfian

    no comment because good

  9. + SI @FF
    alfian

    very good,and wonderfull

  10. + SI @FF
    alfian

    film good ,no coment

  11. Il Cuore altrove
    checco

    una vera e propria delusione

  12. Cachorro
    marco

    bel film…veramente bello..dall’inizio alla fine!
    WOOOOOOFF!!!

  13. The Fluffer
    checco

    a dir poco splendido tranne la fine

  14. Son frère
    checco

    e un vero e proprio martirio

  15. L' Interruzione
    pecch

    HORROR MOVIE DATABASE – (Database italiano di film horror)
    Fragole a Mezzanotte
    REGIA: D. Natella – NAZIONE: ITA – ANNO: 2005

    Lucrezia, una vedova trentenne che non riesce ad accettare che il suo sposo sia morto, si rifugia nella sua mente, creando così la sua vita non reale…

    Il regista italiano Domenico Natella firma la regia di questo lungometraggio sperimentale e indipendente, della durata di 73 minuti circa. Il film è liberamente tratto da un omonimo racconto breve dello scrittore Felice Turturiello.
    “Fragole a mezzanotte” è un film ricco di perversione, dove l’anomalo oggetto principale sono (come già ci suggerisce il titolo) le fragole.
    Questo lungometraggio è caratterizzato da una narrazione lenta, a tratti ipnotica che fa di questo “Fragole a mezzanotte” un’opera che può essere solo amata o odiata!
    Ottima l’atmosfera dark creata dalla fotografia di Elena Fedeli e ottima la scelta delle musiche che riescono a ricalcarla bene, vero punto di forza su cui si basa tutto il lungometraggio. C’è da fare un grande applauso al regista che mette in piedi un opera davvero originale, allucinante e molto strana! E’ difficile riuscire a descrivere in modo completo e a giudicare questa opera, che si presenta indubbiamente come un buon prodotto, molto originale, ma che sicuramente a molti lascerà l’amaro in bocca.
    Consigliato a chi cerca opere originali e a chi si è stancato dei film con delle trame che sanno di “già visto”!
    Votazione arrotondata per difetto.

    Curiosità: “Fragole a mezzanotte” è stato presentato al 58esimo Festival Internazionale del cinema di Salerno.
    Per saperne di più su questo film o sulle altre opere di questo regista vi rimando al suo sito ufficiale:
    www.domeniconatella.com

    AUTORE: Antonluigi Pecchia aka Pax – VOTO:

  16. L' Interruzione
    brig

    nell’ambito della rassegna
    intitolata: ‘O Curt

    Napoli. Giovedì 8 Febbraio ’07, verrà proiettata in concorso nella sezione videoteatro (curata dall’esperto Alfonso Amendola, docente di Scienze delle Comunicazioni presso l’università degli studi di Salerno) presso l’Istituto Grenoble e in collaborazione con la medioteca Santa Sofia di Napoli, all’interno del Festival O’Curt la videodanza “Take OFF your skin” che vede la collaborazione tra la coreografa/ballerina americana Rokaya Mikhailenko ed il regista/videomaker italiano Domenico Natella.

    Si tratta di una coreografia in cui la performer, musa di se stessa, esprime i temi del reintegro sociale e della espressione del sé, tramite la danza, la postura, l’attuazione gestuale, il movimento. Le rovine di Roma, i monumenti e il suo paesaggio fanno da sfondo ad una piece di modern jazz, in cui il narratore stesso è la danza improvvisata e/o coreografata e il montaggio post-modernista ne amplificano le sensazioni e le connotazioni spazio temporali. Ogni momentum rappresenta un unicum e, allo stesso tempo, si connette all’ interezza della piece, alla complessità della sua visione globale.
    Con Take off your skin si suole generare un processo identificazione tra il viaggio-percorso della ballerina-artista- e quello dell’individuo nomade, assumendo, in tal mdo, toni biografici per quanto concerne la vita della stessa Rokaya.

    Domenico Natella, eclettico filmmaker e artista visivo amante della provocazione e della sperimentazione artistica nasce a Salerno nel ’74 dove si laurea in Lingue e letterature straniere con una tesi sperimentale su Andy Warhol e Salvador Dalì, realizza collage e varie mostre, studia filmaking, regia, sceneggiatura e direzione d’attori presso la New York Film Academy di Los Angeles e La Escuela de Arte Escenica de Granada, Spagna e corsi vari (diploma di filmmaker digitale Regione Campania) in Italia con registi quali Fernando Solanas, Abel Ferrara, Edoardo Tartaglia e seguace del cinema indipendente – d’autore di Warhol/Paul Morrissey.

    Il suo primo corto “Hoy no estoy pa’ nadie” partecipa ad una dozzina di festival (tra cui il prestigioso Clermont Ferrand), vince 4 premi internazionali e viene trasmesso da Canale 5, così come il secondo: “Regalos caidos del cielo” che si aggiudica altri 4 premi, in Spagna viene trasmesso dal canale televisivo Teleideal e, dal soggetto di quest’ultimo, riprende il tema realizzando uno spettacolo teatrale multiimediale dall’omonimo titolo. Gira altri corti a Los Angeles negli Universal Studios, videoclip per gruppi indipendenti, video- istallazioni, scrive alcune sceneggiature e firma il noir digitale dal sapore visionario: “Fragole a Mezzanotte” e un cortometraggio a tematica lesbica finanziato dall’Università degli studi di Salerno che sta facendo molto discutere, proiettato in questi giorni al teatro Strehler di Milano all’interno del ventesimo Festival Migay. E’ stato pubblicato su varie riviste specializzate, in vari siti di tematica e di cinema indipendente.

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  17. L' Interruzione
    capitolo1

    Capitoloprimo.it Cinema Interviste L’interruzione, quattro chiacchiere con Domenico Natella L’interruzione, quattro chiacchiere con Domenico Natella
    martedì 24 luglio 2007

    Alla scoperta di un giovane filmmaker salernitano. Domenico Natella, vanta una carriera complessa e apprezzata, studi presso la New York Film Academy di Los Angeles e La Escuela de Arte Escenica de Granada, numerosi riconoscimenti per i suoi lavori “Hoy no estoy pa’ nadie” e “ Regalos caidos del cielo”, fino all’ultimo dei premi ricevuti al Festival del Cinema Libero di Roma per l’innovazione apportata al linguaggio cinematografico con la sua opera, il cortometraggio “L’interruzione”. Prodotto dall’associazione Renèe Vivien in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, il corto è un tentativo di rompere-interrompere il pregiudizio su un realtà spesso “tabuizzata”, quella dell’omosessualità femminile, attraverso il racconto di quattro giovani amiche che si riuniscono per creare a loro volta un corto sull’argomento e finiscono con l’essere le protagoniste del corto di Natella.

    Con lui ho avuto occasione di chiacchierare sia sull’ultimo lavoro che sulla sua esperienza artistica.

    Quante e quali difficoltà incontra un giovane regista che desidera proporre il suo lavoro? La nostra regione, da questo punto di vista, offre qualche possibilità?
    Diciamo che la difficoltà che si riscontra con i lavori indipendenti è nel trovare produttori e distributori, anche se tutto diventa più facile se il lavoro piace… Nel nostro paese non c’è neanche l’usanza di proiettare corti nelle sale magari prima del film in cartellone. La regione dal canto suo offre un buon numero di festival, che almeno verso i miei lavori hanno mostrato interesse, e poi qualcosa si sta muovendo nella Film Commission.

    Hai avuto esperienze all’estero, New York, Spagna, che differenza c’è nel modo di concepire il cinema e il “fare cinema” rispetto al nostro paese?
    È totalmente diverso. In America c’è disciplina, capisci che l’industria cinematografica è un meccanismo a orologeria, ed io mi ritrovo con questo metodo. In Italia prevale un concetto poetico del fare cinema, concetto che convive con la realtà disastrata del nostro cinema. Il lato positivo è che il regista gode di maggior libertà artistica. Altra pecca italiana è che il cinema è molto autoreferenziale, parla di tematiche italiane che destano poco interesse altrove. La situazione è diversa in Spagna, dove i giovani sono aiutati da leggi regionali, c’è un maggior rispetto per l’arte ed una sorta di nazionalismo cinematografico, tant’è che un’apposita legge prevede la proiezione in egual misura di prodotti nazionali ed esteri.

    Nei tuoi lavori affronti sempre tematiche forti con tono provocatorio. Quanto credi nella potenza di un messaggio lanciato attraverso il cinema, il teatro e le altre forme di comunicazione da te usate?
    Molto. Con il mio primo corto“Hoy no estoy pa’ nadie” (che parla dell’Aids), gli spettatori hanno provato emozione, hanno “sentito” il messaggio. Anche ne “L’interruzione” c’è stata immedesimazione. In fin dei conti ciò che mi spinge a continuare è proprio questo crederci, insieme ad una forte motivazione artistica.

    Citi spesso Almodovar come punto di riferimento, quali sono i tuoi “maestri”?
    Abel Ferrara, con il quale ho seguito un corso a Bologna, Andy Warhol e Paul Morrison, il quale ha anche apprezzato un mio lavoro, e poi Fellini, Hitchcock, Kubrick…

    Dalla soggetto del tuo secondo corto, “Regalos caidos del cielo”, hai ricavato un adattamento teatrale. Come sono stati accolti dal vivo i tuoi temi provocatori? Cosa c’è di diverso tra la tua esperienza teatrale e quella cinematografica?
    A Salerno è piaciuto molto, in un’altra città forse questo successo avrebbe avuto un seguito, ma qui non c’è un vero sistema dell’arte. Mi è piaciuta molto l’esperienza del teatro, che è più performativo rispetto al cinema. Anche se simile nella tematica il lavoro ha preso due strade diverse per il corto e per il teatro, qui contano molto anche gli attori e il lavoro del regista su di loro è fondamentale. Un’esperienza che ripeterò. Una sfida artistica.

    La critica ti è favorevole sia all’estero che in Italia, ed hai già collezionato numerosi premi, tra cui l’ultimo per l’innovazione apportata nel linguaggio cinematografico con la tua opera “L’interruzione”. Come descriveresti l’innovazione da te apportata?
    Per ogni lavoro cerco il linguaggio più adatto, un po’ con la logica e molto con l’istinto. Cerco di motivare ogni inquadratura, sublime arte, che può influenzare lo spettatore a livello inconscio più delle parole. Ho cercato una sorta di cinema “ipnotico” seguendo una lentezza dell’inquadratura e ricercando una sorta di linguaggio cognitivo.

    Ne L’interruzione affronti un tema considerato da molti, soprattutto nel nostro paese, come un tabù. Qual è il messaggio della pellicola?
    Interrompere il pregiudizio sulla differenza di genere usando toni ironici e non volgari. L’obiettivo è avvicinare il più possibile a queste realtà anche quando non ci toccano direttamente. Raccontando la storia in modo più estremo la realtà sarebbe stata travisata, in realtà io voglio normalizzarla.

    Per la realizzazione ti è servita la tua esperienza all’estero, dove questi temi sono affrontati più apertamente?
    Viaggiando le barriere non esistono e anche quelle mentali cadono. Magari una cosa vista con occhio critico in Italia è accettata e rispettata in un altro paese, e mi riferisco soprattutto alla Spagna. In Italia anche per via della chiesa siamo un po’ indietro, sembra di tornare quasi alla censura ideologica.

    Si tratta anche di un film che parla di cinema. Da dove è nata l’idea di realizzare un racconto meta-cinematografico e perché la decisione di realizzarlo in un unico spazio chiuso?
    Io sono un fan dei metalinguaggi e di Abel Ferrara, della follia di fare un film confondendo vita reale e finzione. Nel corto da un senso e un pretesto al loro confronto, elaborando il soggetto si accorgono si essere esse stesse protagoniste. In realtà L’interruzione doveva essere un documentario, ma ho trovato difficoltà con le ragazze dell’associazione, non tutte pronte a liberarsi. Successivamente mi hanno fornito materiale tramite i loro racconti, e la vita vera è più interessante della finzione. Per le riprese in interni la sfida era di permettere di viaggiare solo tramite il racconto, un po’ per merito delle attrici, un po’ dei dialoghi, un po’ della regia e del montaggio. Ma il luogo chiuso è anche metafora dell’uomo moderno, intrappolato e relegato dalla società in una gabbia culturale.

    Progetti Futuri?
    Vorrei provare il grande salto con due sceneggiature più tradizionali per due lungometraggi, uno scritto a quattro mani con Giuseppe Malandrino, “Dream on”. Per ora cerco produttori perché sarebbe troppo faticoso continuare in modo indipendente e desidero anche che il mio lavoro venga apprezzato. Poi ci sono due corti…

    Ilaria Del Prete

  18. L' Interruzione
    salernocity

    festival cinematografico europeo – Domenico Natella
    Il film maker campano DOMENICO NATELLA riceve il suo dodicesimo premio in
    Toscana durante il festival cinematografico europeo organizzato da Franco
    Lanzilli. La Giuria era formata da il regista Giuseppe Ferrara, il critico
    Paolo Melelli,il critico cinematografico Ettore Zoccaro. Tra gli ospiti
    premiati personaggi di nrilievo del panorama italiano cinematografico e
    televisivo come Katia Beni, Carlo Bernabei, Antonella Ponziani, Stefano
    Calvagna, Massimo Bonetti, Giancarlo Cugno.
    Le IMMAGINI del lavoro di Natella SONO FORTI, TOCCANTI, intime: una
    segreteria telefonica che ci lascia col fiato sospeso, il colore verde acido
    della fotografia in contrapposizione al rosso sange, movimenti di camera
    lenti, quasi ipnotici, simboli a go go, un cimitero di bambole gonfiabili:
    l’originale corto di Domenico Natella dal titolo “Hoy no estoy pa’ nadie”
    vince nuovamente un premio e precisamente la “Fibula D’argento” per la sez.
    Corti- presso il 9° Festival cinematografico europeo, organizato
    dall’Associazione per il Cinema e il Turismo di Cecina (Livorno) presso il
    comune dell’Abetone e Cutigliano (in provincia di Pistoia-Toscana)
    Si tratta di un lavoro che Domenico ha realizzato in Spagna, a Granada, in
    Andalusia, il cui obiettivo è farci riflettere sulla tematica aids, o meglio
    sulla conseguente solitudine e presunta indifferenza della società.
    Domenico Natella si laurea in ”Lingue e letterature straniere” con una
    tesi su Andy Warhol e Salvador Dalì. Studia filmaking, regia, e
    sceneggiatura presso la New York Film Academy di Los Angeles e La Escuela de
    Arte Escenica de Granada, in Spagna, prende il diploma di film maker
    digitale-Regione Campania, oltre che frequentare workshop con Fernando
    Solanas, Abel Ferrara, Nel suo intenso “Work in progress” realizza una
    ventina di opere: tra corti, videoclip, teatro e video sperimentali oltre
    che un lungometraggio noir sperimentale indipendente dal titolo “Fragole a
    mezzanotte”, partecipa ad un turbinio di Festival e rassegne, vince 12
    premi.
    Recentemente (il 6 Luglio) uno dei suoi ultimi lavori il corto
    “L’interruzione” aveva ricevuto la menzione per la ricerca al Festival del
    cinema Libero di Roma , premio conferitogli per la sua voglia di
    sperimentare con il linguaggio cinematografico.
    Il corto “Hoy no estoy pa’ Nadie” (Oggi non ci sono per nessuno)
    è visibile sul sito www.domeniconatella.com

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  19. When Night Is Falling
    Janis_BA

    Davvero stupendo..le frasi della fine..quando pensa di perderla…quante lacrime!!

  20. Formula 17
    vikysweetgirl

    sono d’accordo con te g|lly88. l’amico del protagonista è decisamente…stravagante per andarci piano 🙂
    e anche la scena finale mi piace, con l’abbraccio…che carini!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!