I commenti degli utenti
-
Any Day Now
smile73 Forse non un film convenzionale, ma sicuramente un film che ti lascia qualcosa dentro.
Flim consigliato, anche se la storia è triste. -
Land of Storms
ROBERTO ciao Teo,
mi dici come vedere il film con i sotto titoli in italiano?
Grazie
roberto -
Croce e delizia
ettore Film orribile.
-
Gamberetti per tutti
Ovo GAMBERETTI è il nome di una squadra che, tra uno stacchetto scoordinato e una rimorchiata su Grindr, insegue il sogno di partecipare ai campionati europei di pallanuoto gay. Il nuovo allenatore, un eterosessuale mediamente omofobo (nel senso che è omofobo nella maniera in cui lo è la maggior parte degli eterosessuali che conosco), si ferma all’apparenza e vede solo una banda di checche ridicole, che non arriverà mai da nessuna parte. Grazie soprattutto a sua figlia, l’allenatore, col tempo, riesce a vedere oltre. Queste persone, per un motivo o per un altro, mettono un pezzettino di sé stesse nel perseguire un obiettivo comune e dimostrano uno spirito di squadra che ha la radice più solida che si possa trovare: l’amicizia.
Gustosa commedia (anche in parte road movie), con trovate intelligenti (tra cui un bellissimo omaggio alla nostra Sabrina Salerno), che riesce a fare riflettere su una questione fondamentale: noi del popolo LGBT dovremmo essere solidali ogni giorno dell’anno e non solo in occasione del Pride.
Promosso e consigliato: vi metterà la voglia di iscrivervi ad una qualche squadra gay della vostra città, oppure… addirittura di fondarne una. -
Gli anni amari
Tnello Tanta attesa per un film indegno, brutto, imbarazzante. Uno schiaffo a Mieli. Veramente non mi capacito come così poca professionalità a vari livelli venga prodotta e distribuita: solo raccomandazioni amicali e di interessi credo. Che qualcuno salvi la memoria di Mieli! Che tristezza.
-
Just Say Love
duende Lui è un gay intellettuale che pensa all’amore, l’altro è un muscoloso falegname etero interessato solo al sesso: cos’avranno mai da dirsi? Eppure, il film è costruito proprio sul dialogo tra di loro (unici personaggi) e sulla loro storia destinata a evolversi. Romanticismo a palate per una storia stupidina, con contorno di imbarazzanti pose plastiche. Eppure l’opera ha un suo fascino, per la scelta stilistica che punta sull’esplicita teatralità (pure con spazio alla Dogville), che esalta il senso di un’interrogazione sui sentimenti.
-
Weekend
duende Poteva essere una semplice storia di sesso occasionale, ma il weekend che passano due ragazzi – il loro primo e ultimo weekend insieme – si trasforma in una trepidante storia d’amore sul nascere, scandita dal sesso, da un po’ di droga, ma soprattutto da lunghi dialoghi che li svelano a poco a poco. E proprio la sceneggiatura (oltre alla naturalezza delle interpretazioni e alla semplicità della regia) è la carta vincente di un film che attraversa non solo temi importanti del mondo gay ma anche percorsi universali dell’amore. Semplicemente vero.
-
Gli anni amari
duende Un film raccomandabile. Anzitutto perché è un film necessario: era davvero arrivato il momento di raccontare Mario Mieli e la nascita del movimento italiano negli anni 70. E poi è un bel film perché la figura di Mario non è un santino o un’icona, ma è raccontata con una grande ricchezza di sfaccettature con tutta la sua complicata umanità. Buono anche che non sia un film di nicchia, ma che può interessare un pubblico generale, che magari in questo modo riesce ad avvicinarsi meglio a temi e questioni nuove. Notevole il protagonista Nicola Di Benedetto, e molto intensa la madre Susanna Ceccarelli. Un film un po’ storico-biografico e quindi da vedere con l’idea di imparare, ma anche con alcuni momenti di divertimento (la scena con i fascisti) e altri di intensa emozione.
-
Beach Rats
duende Sta con amici bulletti assetati di sex (etero) & drugs, si fa pure la ragazza, ma cerca il sesso gay con uomini maturi, spaventato dal venire scoperto ma anche dallo scoprire la sua vera identità. Bellissimo film non solo per la capacità di indagare nei meandri di una psicologia adolescenziale fragile e in evoluzione, ma anche per la sensibilità (poco ‘americana’) di una regista che non si concede a scene trendy-choc, ma ricama una elegia poetica che si fonda su un’esemplare partitura dei corpi scrutati da una suggestiva fotografia digitale.
-
Holding the Man
duende Dal liceo alla morte per Aids: la storia vera di una coppia gay attraverso 15 anni di vita, tra amore e sesso, scontri familiari e attivismo, aspirazioni e malattia. Una vicenda emozionante e struggente, la cui autenticità risalta nella complessità degli episodi e delle relazioni, e che ci fa attraversare un drammatico pezzo di Storia recente con intensa sensibilità e senza falsi pudori: la scena di sesso durante la malattia è una sequenza oltremodo toccante e sconvolgente per la sua naturalezza. Da vedere oltre i titoli di coda. Dolceamaro.
-
La Patata bollente
Fabio “Tango diverso” di Toto Savio (cantante degli Squallor) che si firma con lo pseudonimo Tamara.
-
Gli anni amari
duende Bello e necessario! Necessario perché era davvero arrivato il momento di raccontare la vita di Mario Mieli e le origini del movimento italiano negli anni 70, e di farlo da una prospettiva lgbt+. Bello perché la figura di Mario non è un santino, ma è raccontata con una grande ricchezza di sfaccettature, che portano anche a molti cambiamenti di registro durante il film. E poi mi ha colpito l’impostazione aperta a un pubblico generale, cioè non è un film di nicchia, ma una storia che si può far vedere da tutt* sperando che molti aspetti di Mario e della lotta per i nostri diritti venga conosciuta anche da chi non è lgbt+. Notevole il protagonista Nicola Di Benedetto, che ci accompagna dentro l’altalena emotiva e intellettuale di Mario, e ottimi anche divers* altr* interpreti (fra tutt*, la madre: Susanna Ceccarelli). Un film un po’ storico-biografico e quindi da vedere con l’idea di imparare, ma anche con alcuni momenti di divertimento (la scena con i fascisti!) e altri di intensa emozione. Raccomandabile.
-
Gli anni amari
SuperPop Mi spiace davvero dirlo ma non ci siamo.
Le aspettative erano piuttosto alte. Ho sempre amato e condiviso la filosofia di Mario Mieli e leggere tante recensioni entusiaste mi aveva caricato di aspettative.
Ho invece trovato il film abbastanza superficiale nel racconto degli eventi, molto approssimativo e spesso riduttivo. Si ha la sensazione che tutto venga raccontato un po’ a casaccio senza nessuna logica.
La ricostruzione storica è notevole, così come la scenografia e i costumi. Un po’ meno la recitazione (troppo teatrale) e il montaggio.
Degni di nota, Lorenzo Balducci (che interpreta il fratello maggiore Giulio Mieli) e Tobia De Angelis (che interpreta Umberto Pasti, con cui Mario ha avuto la sua ultima storia d’amore).
Un’occasione davvero sprecata sprecata. -
Kiss Mig
vv22 dove?
-
Wild Horses
Alessia Perché fa troppo schifo, anche per netflix
-
La dea fortuna
andrea Prima di questo regista la produzione italiana non aveva film a tema poichè era ferma a qualche accenno en travesti’ in stile belle epoque. . Con le fate ignoranti questo regista ha rotto il muro del silenzio, si è fatto un balzo di cento anni dopodicchè li si è fermato. Non parlo dello stile che mi piace tantissimo ma se guardo i suoi film non vedo il segno del cambiamento..Quest’ultimo mi è sembrato un film da rai educational anni 90. In USA ci sono film e serie in cui il ruolo gay è interpretato anche da attori gay dichiarati che interpretano sesso e sentimento d’amore per il partner in modo realistico che non sembra per nulla sentimento di fratellanza e amicizia. Siamo carichi di aspettative quando esce un suo film poichè non ci sono registi italiani che realizzino storie inclusive .
-
Shortbus
RobyHIV é Un Film porno dove tutti gli attori fanno SOLO sesso bareback
e l’AIDS ???? -
When I'm 64
Gianc56 Film bellissimo con finale a sorpresa, anche se la realtà (quasi sempre) è diversa. Toccante ed è un peccato sia solo in lingua inglese, addirittura con molte slang words che lo rendono quasi intraducibile.
Dovrebbero tradurlo o perlomeno sottotitolarlo in varie lingue perché è un film da non perdere assolutamente! -
Holding the Man
Enzo Ho visto il film ieri sera. Io sono gay e sono del 66. In più sono anche medico.
Nell’88 ero al secondo anno di medicina e per il tramite del prof di microbiologia ho visto dei casi di AIDS conclamata. Il virus era stato già identificato da Gallo. NON AVEVAMO NESSUNA TERAPIA! Era un calvario atroce che si concludeva con la morte.. liberatoria.
Era la peste dei froci e poi divenne anche quella degli emofifici.
Nel 97 a Milano conobbi il mio primo amore.. sieropositivo. Uno stronzo ma questo non interessa. L’ho amato più della mia vita. Non lo meritava.
Era seguito al Sacco e prendeva tante di quelle compresse che spesso lo portavano ad abbandonare la terapia. Con mio grande disappunto.
L’ho sentito l’anno scorso prima di mandarlo definitivamente al diavolo…in ottima salute e stronzo come sempre.
Questo per chi dice che le case farmaceutiche pensano solo si loro profitti. È vero ma non sono enti di beneficenza. E nonostante tutto, c’è ancora chi fa sesso non protetto. Il che è ASSURDO!!
Tornando al film: stanotte non mi ha fatto dormire…vi sono delle palesi fesserie scientifiche ma la storia è struggente…forse anche TROPPO.
Pare che la vittima sia il ragazzo Bruno, ma che il carnefice era consapevole di essere tale e questo ossimoro è ciò che accadeva veramente.
L’agonia è interpretata in modo clinicamente perfetto. Si muore esattamente così☹️
Personalmente ammucchiate e sesso promiscuo non ne ho mai fatto. Ragazzi giovani: non abbassare mai la guardia: profilattico sia per sesso orale che anale, insertivo e recettivo.
Ah… ovviamente non sono
sieropositivo ???
abbastanza noioso.